domenica 16 settembre 2018

Faito, maremmani: parte la denuncia

Tristano Dello Joio
Tristano Dello Joio: “Ho denunciato i facinorosi” 

Vico Equense - Maremmani, parte la denuncia alla Procura della Repubblica contro i facinorosi che hanno interrotto il servizio di cura dei randagi del Faito. Ad annunciarlo è Tristano Dello Joio, presidente dell'Ente Parco Regionale dei Monti Lattari, a seguito dell'intervento, effettuato la mattina del 7 settembre, per il recupero e il trasferimento di alcuni cani randagi dal Faito nei canili, al fine di consentire loro un adeguato tenore di vita. L'intervento è stato effettuato dall'Asl Na 3 Sud e dal corpo di polizia municipale di Vico Equense. “Le operazioni sono state interrotte e ostacolate da un gruppo di facinorosi – spiega Dello Joio - che, privi di qualsiasi autorizzazione, prima si distendevano per terra, non consentendo il passaggio dei mezzi di servizio dell'Asl. Successivamente gli stessi hanno contribuito alla fuga dei cani randagi non ancora recuperati, intimorendo gli addetti dell'Asl e i vigili urbani ad aprire le gabbie e a far scappare gli animali già presi”. Il presidente dell'Ente Parco dei Monti Lattari ricorda che “ai sensi delle norme di salvaguardia del Parco, è vietato introdurre nuove specie animali estranee all'ambiente naturale, fatti salvi gli interventi connessi con la normale conduzione delle attività agro-zootecniche e silvo-pastorali”.
 
Una disposizione richiamata anche al punto b della Zona B - Area di riserva orientata e di protezione, che stabilisce che “al di fuori dell'area di riserva integrale (zona A), ai fini del mantenimento faunistico, si possono prevedere eventuali prelievi faunistici che, fino all'approvazione del Piano del Parco, sono autorizzati dall'Ente Parco e sono affidati alle amministrazioni provinciali e/o al corpo forestale dello stato”. La legge n°281 del 14 agosto 1991, inoltre, prevede che «i Comuni, singoli e associati, e le comunità montane provvedono al risanamento dei canili comunali esistenti e costruiscono rifugi per i cani, nel rispetto dei criteri stabiliti con legge regionale e avvalendosi dei contributi destinati a tale finalità dalla Regione. (…) Pertanto, risultava doveroso l'intervento finalizzato all'adempimento delle disposizioni normative menzionate e a fornire assistenza alle operazioni di recupero e denuncia per interruzione di un servizio di pubblica necessità». A causa dei tumulti verificatisi il 7 settembre, è stata recuperata una quantità estremamente ridotta di cani randagi rispetto a quella realmente presente sul Faito. “Ho denunciato i facinorosi per il reato di interruzione di un ufficio o servizio di pubblica necessità. - conclude Tristano Dello Joio - La macchina del fango che hanno messo in atto nei nostri confronti è stata bieca, al pari delle attività ostative dello scorso 7 settembre. E il risalto che ha ricevuto l'intera vicenda mi induce a pensare che le 50mila presenze in 6 mesi sul Faito facciano gola a molti”.

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