martedì 27 agosto 2019

Sul Faito turisti aggrediti dal "solito" branco di cani maremmani

Vico Equense - “Ero in sella al mio scooter assieme a un amico quando abbiamo incontrato un branco di maremmani, sono tornato indietro per non superarli ma uno di loro ci è corso dietro e ha afferrato il mio piede.” È il racconto dell'avvocato stabiese che sabato sera è stato aggredito sul Faito da un branco di cani randagi. Un'emergenza che qui si trascina da anni. “Quello dei randagi sulla nostra amata montagna non è un problema di adesso - racconta l'avvocato - ne avevo spesso sentito parlare, ora ho testato di persona che si tratta di un pericolo. Se fossimo caduti dallo scooter non so come sarebbe andata a finire.” L'aggressione è avvenuta sabato sera nei pressi del centro sportivo, il professionista in vacanza in montagna stava per raggiungere la villa dove risiede ha un branco di cani gli ha ostruito il passaggio. Dopo la fuga e il morso ricevuto al piede destro, il 48enne si è poi recato al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Vico Equense dove è stato medicato con 4 punti di sutura. Il giorno dopo alla guardia medica dove si è recato per controllare la ferita c'era un altro uomo, anch’egli vittima di un cane. Questa volta l'aggressione è avvenuta sul versante stabiese del Faito, lungo la strada ufficialmente chiusa al traffico, ma frequentata da residenti e turisti. Ad aprire fu addirittura il prefetto a riunire le associazioni del Faito tra cui la Pro Faito Onlus, i sindaci dei comuni stabiese e vicano, ASL e ambientalisti attorno a un tavolo per trovare una soluzione che non è mai arrivata. Del resto l’azione congiunta di Ente Parco di Monti Lattari, Comune di Vico Equense e ASL che nel settembre del 2018 avevano deciso di prelevare una maremmana con due cuccioli scatenò la protesta degli animalisti che si fecero trovare sul posto e riuscirono a far scappare gli altri del branco. “Si tratta di cani che seguono un gregge - spiega un residente, Pino dei Vivo - per questo bisognerebbe controllare che non vengano lasciati da soli sulla montagna. Inoltre molti hanno il microchip, basterebbe controllare i loro spostamenti.” Ma nell'estate del vero e proprio rilancio turistico il persistere del problema è inaccettabile. La paura di chi non saprebbe come comportarsi incontrando i grossi animali bianchi potrebbe scoraggiare la presenza di visitatori grandi e piccoli che si dovrebbero invece tutelare. (di f.d’a. da Il Mattino)

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