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Paola Villani |
Vico Equense - Lunedì 5 agosto, alle ore 21, al Resort le Axidie a marina di Seiano, sarà presentato il libro della studiosa Paola Villani: Ritratti di signore. I galatei femminili nell'Italia della belle époque e il caso Serao (Franco Angeli). Modera l’incontro Donatella Trotta, giornalista, che sarà accompagnata da Domenico Ciruzzi, Presidente della Fondazione Premio Napoli. Paola Villani, professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, ricostruisce le abitudini e la creanza di Matilde Serao, donna energica e illuminata, sempre a disagio nei salotti di cui era comunque la massima attrattiva. Una inattesa Serao da salotto vien fuori da queste pagine. Una sapiente, spregiudicata dama di società, che ha codificato, e praticato anche, le regole del saper vivere nell’Italia belle époque. È la maestra di bon ton che s’inserisce, qui, nel più ampio quadro delle scritture dei galatei tra Otto e Novecento, una vastissima costellazione di opere e di autori, ma soprattutto autrici, che hanno offerto un contributo tutt’altro che secondario alla costruzione di un «carattere italiano», articolato lungo le frontiere simboliche della «distinzione», sociale ma anche di genere. In un sofisticato gioco di ruoli, all’autoportrait della coraggiosa giornalista di denuncia Matilde Serao ha affiancato quello di esperta cronista di moda, autrice di drammi sentimentali che ha aperto alle sue lettrici piccoloborghesi le private stanze e le regole del gioco del gran mondo. Nell’intreccio tra letteratura e vita, finzione e realtà, a firmare questa produzione di consumo è un singolare profilo di gentildonna, in grado di dominare i più prestigiosi salons napoletani, romani, milanesi o parigini grazie a sapienti strategie dell’apparire, sagaci «dissimulazioni» che si svelano nelle scritture private, nelle pagine quotidiane e nella narrativa, ma trovano consacrazione in uno scritto di servizio, a lungo trascurato dalla storiografi a letteraria e dalla critica seraiana che proprio negli ultimi anni festeggia una fortunata stagione di studi: Saper vivere. Queste «norme di buona creanza» appaiono significativamente a inizio di secolo (nel 1900 con successive edizioni fino al 1926), nella Napoli che muore sotto i colpi delle ruspe del Risanamento, nel ventre dei suoi vicoli e dei suoi fondaci, mentre a pochi metri, ai piani nobili degli storici palazzi, si continuava a festeggiare l’ologramma di un’antica grandezza, nel vuoto sfarzo di un gioco mondano, in quella vita di società che sembrava voler velare, se non vincere, il diffuso sentimento di agonia che attraversava la ex-capitale.
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