Sorrento - Il Dottor Raffaele D'Ambra lascia l'ospedale di Sorrento. E' arrivato al Santa Maria della Misericordia nell'ottobre 2003, come vincitore di concorso, e dopo 25 anni passati al "Cardarelli. Nell'intervista che segue ci ha spiegato i motivi dell'abbandono. Primario si è diffusa la notizia della sua richiesta di pensionamento anticipato: la- scia l'ospedale di Sorrento. Perchè ha preso questa decisione, visto che avrebbe potuto ancora continuare per qualche anno? Perché a mio parere non ci sono più le condizioni per soddisfare in maniera adeguata le esigenze del territorio, nè ci sono le con- dizioni per svolgere il mio ruolo come lo intendo io e come l'ho fatto fino a pochi anni fa. La direzione sanitaria sta organizzando il reparto di ortopedia per il dopo D'Ambra? Sto cercando di organizzare al meglio " il dopo " dando dei suggerimenti utili ai no- stri Dirigenti dell'ASL con la speranza che mi diano ascolto! I problemi di Vico e di Sorrento sono da tempo al centro del dibattito pubblico. Perchè non si riesce a trovare una soluzione? In 19 anni sin dal 2003 ho visto governare 5 amministrazioni ASL ed un Commissario, si sono succeduti ben 7 Direttori Sanitari di Presidio, ma non ho mai capito perché di sostanziale è cambiato ben poco. Con i tempi che corrono non possiamo più permetterci il lusso di tenere aperti due Ospedali, pertanto ben venga l'Ospedale unico. I politici locali, che di volta in volta si sono avvicendati, non hanno sufficientemente "alzato la voce " a livello centrale, per cui molti problemi della Sanità in Penisola sono rimasti gli stessi di venti anni fa. Se qualcosa di buono si è fatto è solo grazie all’impegno personale e alla buona volontà di chi quotidianamente deve rispondere alle esigenze del paziente. Alcuni albergatori hanno mostrato sensibilità ed interesse per migliorare l'ospedale di Sorrento, ma il loro contributo di natura economica sotto forma di donazioni non può di certo risolvere problemi di strategia aziendale.
Cosa pensa dell'ospedale unico della penisola sorrentina? Come accennavo prima è l'unica soluzione per sopperire a due realtà non più sostenibili, se ne parla da tempo ma speriamo di vederlo. In ogni caso ritengo che non deve cambiare solo il contenitore ma soprattutto il contenuto, sono in primo luogo i professionisti che fanno nuovo l'Ospedale non bastano struttura e mezzi! Ricordo che nel lontano 2008, quando nessuno ancora parlava di Ospedale unico, il sottoscritto trascinò a Ginevra l'Assessore Regionale alla Sanità Dott. Angelo Montemarano l'Ingegnere progettista Matteo Gregorini, l’ Avvocato Antonio Nardone, ad un incontro, da me organizzato, con l'Armatore Luigi Aponte per proporre il progetto di un Ospedale unico secondo il modello Pubblico/Privato. II progetto fu approvato ed apprezzato dall'Armatore Aponte ed avemmo anche l'assenso del Governatore Bassolino il quale era pronto a procedere con una struttura da 120 posti letto per una spesa totale di 70 milioni di euro a carico della MSC, una sorta di Fondazione con un Consiglio di Amministrazione privato ed una gestione economica Regionale. Il sogno si infranse sugli scogli dei sindaci della penisola. Qual’è il ricordo più bello che ha sul piano professionale? L'entusiasmo dei primi anni, la forza di iniziare a costruire tutto dal nulla, la risposta eccellente del territorio e dei sorrentini ai quali và la mia riconoscenza per la fiducia dimostratami sin dall'inizio, e che mi ha sempre dato la forza di andare avanti per la strada giusta anche se ho dovuto superare ostacoli e sopportare amare delusioni. Ho avvertito da subito un feeling con la popolazione di Sorrento che mi ha voluto bene perché forse avevano capito che entrambi navigavamo nella stessa direzione. All'epoca non avevo né mezzi né uomini e iniziai ad ingegnarmi da solo per tirare su una organizzazione di reparto e di sala operatoria che ha raggiunto livelli di eccellenza riconosciuta in ogni parte del mondo e che qualcuno oggi sta provando a demolire con l’Azienda che fa da spettatore e non da protagonista! Cosa lascia a Sorrento dopo tanti anni ed anni di attività ininterrotta? Un reparto eccellente fatto di un personale serio e dedito al suo lavoro con coscienza, professionalità e spirito di sacrificio, guidati da una Caposala unica per esperienza, dedizione e soprattutto amore per l'ammalato. Colleghi preparatissimi, perfettamente autonomi chirurgicamente e capaci di offrire una Chirurgia Ortopedica all'avanguardia e di eccellenza che non ha nulla da invidiare rispetto ad altre strutture sanitarie napoletane avvantaggiate da una superiorità numerica di uomini e di mezzi. In futuro mi auspico che ci sia un maggio- re interesse della direzione aziendale verso i suoi Dirigenti per conoscere cosa fanno, e soprattutto sappia discernere il livello qualitativo di prestazione tra una UOC ed un'altra nell'ambito della stessa azienda. I loro indici di valutazione non corrispondono ai parametri con cui dobbiamo misurarci quotidianamente per raggiungere i livelli di soddisfazione dei pazienti che oggi molto più di ieri chiedono al Medico un trattamento adeguato e all'avanguardia. Non basta erogare una prestazione fine a se stessa, ma bisogna erogare una prestazione finalizzata alla qualità del risultato e al grado di soddisfazione del paziente. Se i vertici aziendali non sono attenzionati su questi obiettivi si arriva inevitabilmente alla fuga dei pazienti e alla demotivazione soprattutto dei Medici giovani sempre meno attratti da strutture pubbliche inefficienti. Cosa farà in futuro? E’ già da un paio di anni che stavo accarezzando l'idea di realizzare nuovi progetti nel privato convenzionato. Mi è sempre piaciuto affrontare delle nuove sfide professionali, mettermi in discussione alla ricerca di realtà più stimolanti, pertanto per rispondere alla sua domanda iniziale, non andrò in pensione ma lavorerò diversamente, mi dedicherò di più alla mia professione di chirurgo ortopedico e meno il burocrate, sarò un" pensionATTIVO"!
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