Vico Equense - Il lento declino dell’Ospedale De Luca e Rossano è sotto gli occhi di tutti. A Vico Equense, da ormai più di un anno, perdura la chiusura del pronto soccorso e a quanto pare, nonostante gli incontri con i vertici dell'Azienda sanitaria, non vi sono margini di manovra. Neppure a stretto giro. Lo scorso luglio il Comune di Vico Equense ha deciso di trascinare nuovamente in tribunale l’Asl Napoli 3 Sud ottenendo la fissazione di un’udienza dinanzi ai giudici del Tar della Campania. La discussione ci sarà tra qualche giorno, il 15 dicembre. Intanto si susseguono gli incontri, e oggi arriva una proposta dagli attivisti M5S di Vico Equense: trasformare il presidio ospedaliero “De Luca e Rossano” in un ospedale di comunità. “L’ospedale di comunità – spiegano i pentastellati in una nota - rappresenta una risposta ai pazienti che necessitano di interventi clinici definiti “a bassa intensità” ma che tuttavia non possono essere erogati a domicilio. Per tale ragione gli utenti vengono indirizzati alle strutture ospedaliere ordinarie e questo comporta un ingolfamento delle stesse.” Il Pnrr, piano nazionale ripresa resilienza, stanzia fondi per la ripresa post - pandemia, e prevede la possibilità di poter istituire queste tipologie di strutture rafforzando l’offerta sanitaria locale. Questo il motivo che ha spinto gli attivisti a presentare la richiesta di predisporre tutti gli atti per convertire il presidio ospedaliero “De Luca e Rossano” in un ospedale di comunità con PSAUT, postazione fissa di primo soccorso, attivo H24 365 giorni anno cogliendo l’opportunità del Pnrr, che stanzia circa 4 milioni di euro per Vico Equense, che tra gli obiettivi si pone anche quello di potenziare la sanità territoriale. A supporto dell’iniziativa si schiera la parlamentare del territorio Carmen Di Lauro, che ha parlato di «occasione da non perdere. La pandemia ci ha mostrato tutte le fragilità della sanità territoriale, con la conseguente chiusura di alcuni presidi a favore di altri. Bisogna fare presto, i fondi sono vincolati a tempistiche da rispettare. Questa non è la soluzione definitiva ma può e deve essere una prima risposta alla città che ha bisogno di una maggiore attenzione rispetto alla salute dei suoi cittadini».
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