lunedì 28 marzo 2022

San Nicola di Bari

di
Filomena Baratto

Martedì mattina, alle ore sei, il sacrestano della Basilica di San Nicola a Bari ha scoperto il furto. Spariti l’anello, l’Evangeliario, un crocifisso e la collana reliquiaria con la cassetta delle offerte. I ladri si sono introdotti dalla torre campanaria tirando giù un’inferriata e sfondando un portone di legno. Bari è il centro di culto di uno dei santi venerato da cristiani e ortodossi e il furto ha suscitato un’indignazione generale. Il sistema di videosorveglianza non ha dato alcun sostegno: si vede un ladro introdursi nella basilica, munito di mascherina anticovid, agire indisturbato per un paio d’ore. Rispetto al tempo impiegato la refurtiva è meno di quello che avrebbe potuto prendere. Tutto fa pensare a un oltraggio più che a un riscontro economico. Sono circa otto anni, dai massacri nel Donbass, che nelle due chiese di Bari intitolate al santo: quella romanica e quella russa ortodossa, i fedeli pregano per la pace. San Nicola giunse a Bari nel 1087. Nei secoli IX e XII tra i prodotti commerciati sia via mare che via terra c’erano anche le reliquie dei santi e di Cristo. Furono oggetto di culto diffuso tra mille controversie di chi era incredulo e doveva confutare e chi credeva ciecamente che le reliquie fossero appartenute ai santi. Tra tutti si opponevano gli eretici e i teologi. Vi erano quelle inconfutabili poiché i miracoli effettuati dai santi cui appartenevano non erano in dubbio, come quelle di San Pietro a Roma, Sant’Andrea ad Amalfi, San Matteo a Salerno, San Giacomo a Compostela in Spagna.


 

I loro santuari erano già mete di pellegrinaggi e le città cui appartenevano erano diventate famose. I grandi movimenti di folle che si spostavano alimentavano anche il commercio arricchendo le stesse città. Per questo motivo economico ci fu un accanimento ad accaparrarsi le reliquie dei santi. Tra le più ambite quelle di San Nicola, protettore dei naviganti, che si trovavano a Myra, in Licia, oggi Turchia. Genovesi, Veneziani e Baresi cercarono di appropriarsene e alla fine ci riuscirono i Baresi nel 1087. In quarantasette entrarono nella basilica del santo corrompendo i quattro sacerdoti che custodivano le spoglie. E, poichè non ci riuscirono con le buone, dovettero ricorrere alla forza giungendo finanche a ucciderli. Appropriatesi delle reliquie, i rapinatori tornarono alle navi mentre si diffondeva già tra gli abitanti la notizia. Degli sviluppi economici positivi della città di Bari, in seguito alla presa del tesoro con la forza, se ne ha notizia nel Trattato sulla traslazione di San Nicola confessore e vescovo di Niceforo. San Nicola ha fama sin dal 1098, quando papa Urbano II convocò un concilio per riunificare le due parti, Occidente e Oriente, dopo lo scisma del 1054.

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