domenica 27 marzo 2022

Sanità pubblica. L'esperienza di Salvatore Guida

Vico Equense - Ci scrive Salvatore Guida di Vico Equense, per raccontarci la sua esperienza con la sanità pubblica. Sabato scorso è stato ricoverato al Cardarelli di Napoli, per una complicazione di media gravità. “Intorno alle ore 16.00 circa – scrive - entro nel locale d’ingresso dove, tra una decina di persone sofferenti su sedie e barelle, mi accoglie un addetto che mi fa le domande di rito e mi aiuta a salire su una barella e poi mi trasferisce in un altro locale dove alcune gentili infermiere mi fanno una prima visita”. Dopo circa mezz’ora, continua la lettera di Salvatore Guida, viene trasferito in un ambiente più ampio dove stazionano circa 30 persone in barella che sono arrivate prima di lui, già visitate dai medici ed in attesa di esami ematici e strumentali. “Prima di continuare – continua Guida - voglio esprimere un vivo ringraziamento al personale addetto, medici, infermieri e ausiliari, per la disponibilità e professionalità con cui lavorano pur tra le mille difficoltà logistiche e operative. È doveroso anche smentire la tanto vituperata maleducazione dei “Napoletani”, ho visto tutti civilmente in paziente attesa, una sola protesta un po’ vivace, subito bloccata da una dottoressa con queste parole: “Egregio signore sono qui da 12 ore, non vede cosa faccio? Non ho neanche il tempo per andare in bagno. E questa è la storia di tutti i giorni””. Intanto il tempo passa, si fa sera, e Salvatore viene posteggiato in un salone, in attesa della tac, in mezzo ad altre 50-60 persone in barella con malanni più o meno gravi. “È questa una situazione da paese civile? – continua - Non oso pensare che i responsabili della sanità in Campania non siano a conoscenza della disastrosa condizione in cui opera il pronto soccorso. Mi piacerebbe sapere cosa stanno facendo per migliorare questo servizio… Fiaccato nel fisico e nel morale, la prima cosa che mi è venuta in mente nel sentirmi partecipe di quella bolgia di uomini e donne, giovani e vecchi dolenti, sono stati i gironi dell’Inferno della Divina Commedia… Comprendo che questo scempio ha radici lontane ma adesso è venuto il momento di agire tutti insieme, maggioranza, minoranza e parti sociali.


 

È indispensabile mettere mano all’ammodernamento delle strutture di emergenza esistenti e crearne di nuove in altri ospedali. Si dia la sveglia ai dirigenti preposti, si utilizzi meglio il personale a disposizione, si scavi nelle pieghe del bilancio regionale, si faccia sentire la propria voce a livello nazionale. E non mi si venga a dire che i problemi sono tanti, la salute viene prima di tutto! Per la cronaca segnalo che, grazie alla bravura di medici e infermieri e radiologi, è andato tutto bene. Operato a mezzanotte in chirurgia di urgenza, stando da sveglio, grazie al dottor Prisco che mi rincuorava con parole gentili mentre con perizia manovrava le sondine per sistemare le mie vene. In ultimo, per finire la nuttata, dalle ore 24,30 alle 9,00 del mattino, un po' sedato e dolente, sono stato tutta la notte nel corridoio, su una barella visibilmente logora per i tanti trasporti effettuati prima di me…” In fine, conclude la lettera, è stato portato nel reparto di chirurgia vascolare dove sta passando la degenza, “locali puliti, personale gentile e preparato. Sono stanco, vorrei continuare ma non c’è la faccio. Questo è quanto mi è accaduto il 19 marzo, Festa del papà. Questo, purtroppo, è quello che accade tutti i giorni, anno Domini 2022, al pronto soccorso dell’Ospedale Cardarelli.”

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