martedì 30 agosto 2022

Vico Equense. Pronto soccorso, la minoranza “Riconoscere la città come sede disagiata”

Vico Equense - Il centro destra locale ha liquidato la questione della riapertura del pronto soccorso come senza speranza. Una sorta di resa per la maggioranza, che velatamente critica l’atteggiamento avuto dall’amministrazione precedente “troppo remissiva”, quando con un blitz l’Asl lo ha chiuso. Se una parte della politica desiste, perché a questo punto è quasi impossibile riaprirlo rispettando gli standard imposti dall’azienda sanitaria, poiché i concorsi sono andati deserti, il centro sinistra in modo realistico si interroga sul futuro della sanità pubblica in Città e porta la questione del pronto soccorso, chiuso da quasi due anni, in consiglio comunale. I consiglieri di minoranza Maurizio Cinque, Luigi Vanacore, Raffaele Giannico, Antonio Breglia, Giuseppe Alvino, Giuseppe Ferraro, hanno protocollato una richiesta per la convocazione di un consiglio comunale dedicato proprio a questo tema. La seduta si terrà il 6 settembre e tra gli obiettivi a cui mira la minoranza c’è il riconoscimento del territorio di Vico Equense come "area regionale sanitaria disagiata", come avviene per le isole. In questo modo si potrebbero mettere in campo indennità speciali adatte per aiutare a risolvere il problema. Si ritiene che questo passaggio possa costituire una svolta significativa per avere un presidio di primo soccorso sul territorio. “Stando alla delibera ministeriale numero 70 del 2 aprile del 2015 – spiega la minoranza - il De Luca e Rossano non può ritenersi al momento sede di Pronto Soccorso, in quanto impossibilitato ad effettuare né diagnosi in emergenza-urgenza né trasporto urgente verso un DEA di primo livello. La stessa delibera – continuano i consiglieri di minoranza - definisce i diversi standard dell’assistenza ospedaliera, ed è prevista la realizzazione di presidi ospedalieri in zona particolarmente disagiata. In particolare è possibile attivare presidi ospedalieri di base per zone particolarmente disagiate, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace, per garantire il tempestivo accesso alle cure urgenti anche in condizioni orogeografiche svantaggiate” conclude la minoranza.


Lo svantaggio nella viabilità e negli spostamenti è un dato riconosciuto, e perciò è di vitale importanza per la popolazione di Vico Equense la presenza di una struttura di ricovero e cura ospedaliera dotata di un primo soccorso. Infatti la mobilità difficile ostacola una tempestiva accessibilità sia al costruendo Ospedale Unico della Penisola Sorrentina, sia al presidio ospedaliero di Castellammare di Stabia. Per tali motivi sin dagli anni '60 e '70 Vico Equense era considerato "sede disagiata” in merito all'istituzione e al potenziamento di alcuni servizi, per cui si incentivava la creazione di sedi distaccate per svariate attività e servizi di pubblica utilità. Nulla è cambiato da allora per quanto concerne viabilità e trasporti interni ed esterni al Comune. Anzi, le condizioni si sono addirittura aggravate a causa del maggior volume di traffico veicolare privato. Per non parlare dell'esasperante problema del traffico eccessivo che affligge la Penisola Sorrentina soprattutto in alta stagione, e che spesso ostacola o impedisce del tutto la circolazione dei mezzi di soccorso.

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