venerdì 26 agosto 2022

Vico Equense. Pronto soccorso chiuso: il 6 settembre consiglio comunale ad hoc

Vico Equense - Pronto soccorso dell’ospedale di Vico Equense chiuso da quasi due anni. Una sanità sempre più disastrosa. La cronaca ci consegna quotidianamente una situazione ormai al collasso, sulla quale non può continuare a regnare l’indifferenza delle istituzioni locali. Una situazione grave che la politica deve affrontare: ecco perché i consiglieri di minoranza Maurizio Cinque, Luigi Vanacore, Raffaele Giannico, Antonio Breglia, Giuseppe Alvino, Giuseppe Ferraro, hanno protocollato una richiesta per la convocazione di un consiglio comunale dedicato proprio a questo tema. La seduta si terrà il 6 settembre, con l’obiettivo di ottenere la riapertura del pronto soccorso, a cui i sei consiglieri di minoranza abbinano anche la richiesta di “rafforzamento del presidio del 118 con nuove unità mobili e personale”. La minoranza consiliare con questa iniziativa vuole perseguire anche l'obiettivo di indurre la maggioranza a un dietro-front rispetto alle scelte già operate in materia di riorganizzazione ospedaliera nel distretto 59 dell'Asl Napoli 3 Sud. In particolare la revoca della delibera 52 adottata nel 2012 dall'allora sindaco Gennaro Cinque, oggi consigliere di maggioranza, ma anche consigliere regionale e componente della V Commissione Regionale che ha competenza in materia di sanità e dovrà discutere della petizione promossa dal consigliere di minoranza Antonio Breglia, che ha raccolto 1800 firme. Ma il principale obiettivo a cui a mirano gli esponenti della minoranza in consiglio comunale è la sottoscrizione di un atto di indirizzo unitario, per incaricare il sindaco di chiedere al governatore Vincenzo De Luca il riconoscimento del territorio di Vico Equense come "Area regionale sanitaria disagiata" nel prossimo Piano regionale di programmazione della rete Ospedaliera campana e nel Piano Ospedaliero campano", con l'istituzione di contratti di lavoro “ad hoc" per i medici di pronto soccorso”.


 

Si ritiene che questo passaggio possa costituire una svolta significativa per far crescere l’interesse a lavorare presso il " De Luca e Rossano" da parte degli operatori sanitari che ne gli ultimi tempi non hanno risposto come sperato ai bandi per le assunzioni presso l'ospedale cittadino. Riconoscere al territorio la qualifica di sede disagiata, cosi come è per le isole, comporta una maggiorazione degli stipendi. Un fattore questo che potrebbe invertire il trend attuale e superare l'impasse dovuto alla carenza di organico. Intanto non si ferma la mobilitazione dei cittadini. Lunedì scorso, 300 manifestanti si sono dati appuntamento dinanzi al municipio in piazzale Giancarlo Siani, con l'obiettivo di sensibilizzare le istituzioni. “Non abbiamo più voglia né tempo di aspettare, viviamo una situazione di emergenza che deve essere risolta adesso. E’ arrivato il momento che la politica si svegli e si attivi per dare risposte complesse e concrete ai bisogni della nostra comunità” hanno urlato. Toni determinati ma pacifici, finalizzati alla risoluzione del problema. “La nostra classe dirigente, a tutti i livelli, - si legge in un comunicato del presidio di cittadini - si è dimostrata incapace di assicurare soluzioni o alternative valide per risolvere l'emergenza che vive la nostra comunità: senza un Pronto Soccorso, con carenza di medici, e gli interventi chirurgici congelati, si nega di fatto il nostro diritto costituzionale alla salute”.

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