Gli assegnatari fanno causa al Comune e alla Regione
Vico Equense - “Della complessa vicenda giudiziaria e amministrativa considero che la cosa che desta maggiori perplessità è quella relativa alla tardiva approvazione della delibera comunale dell'ottobre del 2013 che, se fatta tempestivamente, avrebbe ridotto la somma che il Comune avrebbe dovuto pagare per gli espropri a poco più di seicentomila euro. Non mi sembra che chi amministrava all'epoca abbia dato valide spiegazioni in merito” il commento dell’ex sindaco Giuseppe Dilengite ad Agorà. Al centro della vicenda, le cooperative “Ulivo” e “Domus Aequana”, alle quali nel 1979 il Comune aveva assegnato il diritto di proprietà superficiaria su terreni destinati all’edilizia popolare. Tuttavia, gli errori nel Piano di edilizia economica e popolare (Peep) hanno innescato un contenzioso lungo decenni, con conseguenze devastanti per i cittadini coinvolti. Il proprietario espropriato avviò un’azione legale contro il Comune per vizi procedurali nell’esproprio. La vicenda culminò nella sentenza della Cassazione del 9 ottobre 2013, che condannò il Comune a un risarcimento milionario. Una delibera comunale fu adottata solo dopo la sentenza definitiva, quando il costo del contenzioso era ormai salito a circa 4,2 milioni di euro. Ad oggi, gli attuali proprietari si trovano a fronteggiare un debito che sfiora i 4 milioni e 200mila euro. Una somma spropositata che grava su famiglie estranee alla vicenda originaria. Eppure, il Comune era ben consapevole che le cooperative non avessero alcuna responsabilità diretta: nel 2011, infatti, l’allora sindaco Gennaro Cinque inviò alla Regione Campania un “atto di messa in mora” per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali causati dalla viziata gestione amministrativa per l’approvazione del Peep, poi annullato.
Questo documento, tuttavia, non riuscì a prevenire l’aggravarsi della situazione. Le cooperative, si trovano ora a fronteggiare ingiunzioni di pagamento che arrivano a 150.000 euro per ciascun proprietario. I 27 attuali residenti hanno avviato una causa contro il Comune e la Regione, chiedendo un risarcimento per i danni patrimoniali subiti. Ad originare la vicenda, il Peep stesso che fu elaborato su dati demografici del 1951. Il Tar Campania, nel 1988, infatti, annullò il piano. Oggi, le famiglie coinvolte si trovano intrappolate in un limbo legale ed economico, una matassa che il Tribunale di Torre Annunziata, è ora chiamato a sbrogliare. “La leggerezza dell’amministrazione pubblica non solo ha generato danni patrimoniali, ma ha compromesso la pace emotiva di chi si è ritrovato travolto da scelte inadeguate – spiegano i soci delle cooperative a Sorrento Press -. Le famiglie, spesso eredi o nuovi acquirenti, si trovano oggi ad affrontare un debito sproporzionato e insostenibile per questioni che non hanno mai riguardato la loro condotta”. Nonostante l’evidente responsabilità, il Comune ha continuato a prolungare il contenzioso, riversando poi sugli aventi causa delle cooperative gli effetti di una condotta imprudente. Ora, il risarcimento richiesto è visto come l’unica speranza di giustizia. “Questa vicenda non è solo un monito sulla necessità di maggiore efficienza amministrativa, ma anche un richiamo all’urgenza di tutelare i cittadini da simili tragedie burocratiche – concludono i 27 inquilini dei complessi immobiliari di via Le Pietre -. Il risarcimento non rappresenta solo un atto compensativo: è un passo indispensabile per ristabilire la fiducia nelle istituzioni e porre fine a una dolorosa e ingiusta odissea”.
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