Vico Equense - Il 23 novembre 2025 ricorre il 45° anniversario del devastante terremoto dell'Irpinia del 1980, un evento che ha segnato in modo indelebile la storia del Mezzogiorno d'Italia. Alle 19:34 di quella domenica, una scossa di magnitudo 6.9 della scala Richter, con epicentro tra Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania, scosse per 90 interminabili secondi una vasta area tra Campania e Basilicata. Il bilancio fu tragico: quasi 3.000 vittime, oltre 9.000 feriti e centinaia di migliaia di sfollati. L'onda sismica raggiunse anche la Costiera Sorrentina, causando notevoli danni al patrimonio edilizio di Vico Equense. Le cronache dell'epoca narrano di un "sussulto forte e incredibile", che instillò terrore tra la popolazione. Molte persone rimasero per ore all'aperto, in preda al panico, temendo ulteriori crolli. Nella nostra Città non ci furono decessi, ma subì danni di notevoli proporzioni. 1006 persone rimasero senza una casa. Edifici non recuperabili, crollati o parzialmente distrutti: 25. 530 persone furono ricoverate in albergo. Strutture alberghiere requisite: 11. Famiglie in appartamenti requisiti: 125. Edifici scolastici lesionati e dichiarati inagibili: 3. L’Ospedale “De Luca e Rossano” distrutto. Demolita anche la casa di riposo per anziani “Luigi De Feo”. Gravissimi danni per l’Istituto Santissima Trinità e Paradiso. Una situazione catastrofica che non riuscì a piegare la volontà e la capacità di lottare della gente. L'esperienza del 1980 ha insegnato l'importanza di una risposta rapida ed efficiente e ha evidenziato le carenze strutturali che hanno aggravato i danni. Oggi, il ricordo di quegli eventi funge da monito costante sulla necessità di politiche abitative sicure e di una cultura della protezione civile radicata nel territorio.

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