giovedì 20 novembre 2025

"I Quattro Passi" tra le stelle. Michelin premia la Campania

Fabrizio Mellino
LA COMPETIZIONE

di Luciano Pignataro - Il Mattino

In questa edizione della Guida Michelin la notizia riguarda più le stelle tolte che quelle assegnate. Perdono il riconoscimento più ambito dai cuochi il mitico Gianfranco Vissani, Arnaldo Clinica Gastronomia in provincia di Reggio Emilia, mentre il Miramonti l'Altro in provincia di Brescia passa da due a tre. Questi due pur avendo fatto la storia della ristorazione in Italia non sono conosciuti come Vissani che ha rivoluzionato la figura del cuoco in Italia trasformandolo in una figura mediatica di rilievo addirittura più di quanto non abbia fatto in precedenza Marchesi. La fine di un'epoca insomma, e l'assegnazione della terza Stella al giovanissimo Michelangelo Mammoliti a Serralunga d'Alba è quasi un passaggio generazionale.

LE STELLE CAMPANE 

In questa guida, che potremmo definire di transizione, c'è forte l'impronta campana, anche se meno marcata delle precedenti, e non poteva essere diversamente dopo l'exploit dello scorso anno con l'assegnazione delle Tre Stelle (confermate) a Quattro Passi della famiglia Mellino in Penisola. Anzi, sul piano strettamente numerico, per la prima volta dopo molti anni il saldo è negativo: solo due nuove a fronte di quattro perse.

 

Conquistano l'ambito riconoscimento Umberto a Mare, storico ristorante di Forio a Ischia, e Alain Ducasse a Napoli. Restano fuori per chiusura Sud a Quarto, per ristrutturazione Re Mauri a Vietri sul Mare, mentre Osteria Arbustico per il trasferimento previsto, sempre a Paestum. Infine, resta senza stella José Restaurant a Villa Guerra di Torre del Greco. Per quanto riguarda Umberto a Mare, si deve registrare l'ingresso del locale del cuoco Vincenzo Pietroluongo e della moglie Erica, pastry chef che porta a tre i ristoranti stellati sull'isola (oltre Danì Maison e l'Indaco del Regina Isabella). Napoli torna ad avere quattro ristoranti stellati: due per George del Parker, una per Aria di Paolo Barrale e una al Veritas. Quella al Ristorante Alain Ducasse Napoli, nell'Hotel Romeo, è affidata al giovane cuoco toscano Alessandro Lucassino. Ma che la gastronomia campana goda di ottima salute, ricordiamo sempre che è la seconda regione più stellata d'Italia e che la provincia di Napoli è la prima, lo vediamo da altri segnali. Il primo, più eclatante, è che i due ristoranti che hanno ottenuto il passaggio da una a due stelle sono retti rispettivamente da Davide Guidara di Cerreto Sannita, già enfant prodige perché chef dell'anno nel 2023, che la conquista al ristorante Tenerumi a Vulcano e da Francesco Sodano di Somma Vesuviana, che già l'aveva al Faro di Capodorso e la conquista al Ristorante Rana in Veneto. È una generazione che si è formata sostanzialmente fra la cucina della nonna e l'avanguardia di Copenhagen che porta idee nuove rispetto alle precedenti che avevano una impronta quasi esclusivamente francese. Conquista la stella, al prestigioso La Terrazza dell'Eden, grande scuola di chef, Salvatore Bianco che l'aveva al Romeo, cuoco di grande mestiere di Torre del Greco. E per restare in tema, grande soddisfazione anche per un altro executive che ogni azienda vorrebbe avere, Heros De Agostini all'Ineo in piazza della Repubblica. In Campania arrivano anche il Premio 2026 per la Migliore Sala a Giulia Tavolaro del Maxi di Vico Equense e due per il dessert (Quattro Passi a Nerano e La Caravella di Amalfi). Tutti confermati i sette bistellati in Campania: Taverna Estia a Brusciano, L'Olivo al Capri Palace, Piazzetta Milù a Castellammare, Dani Maison a Ischia, George a Napoli, Krèsios a Telese e Gennaro Esposito a Vico Equense. 

LA GUIDA 

Con questa guida la Michelin sembra continuare a prediligere le cucine di albergo dove trova sempre affidabilità da parte delle proprietà. Molti si chiedono però fino a che punto rifletta l'essenza della cucina italiana anche perché in molti casi, il gourmet appare una forzatura, quasi uno specchietto per le allodole sempre affiancato da un bistrò di cucina tradizionale. Ma, al di là delle polemiche, non vi è dubbio alcuno che ormai è questa l'unica guida in grado di condizionare il mercato anche se, probabilmente sia per il cambiamento di stile di vita che per la riduzione dei consumi, non è sempre valida l'equazione stella uguale ristorante pieno.

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