venerdì 28 novembre 2025

Elezioni regionali. Ancora un'occasione perduta

La Penisola sorrentina senza rappresentanza 

di Antonino Siniscalchi

Sorrento - Le elezioni regionali in Campania si sono concluse con un risultato che, per la Penisola sorrentina, suona come l’ennesima occasione mancata. Anche questa volta il territorio non è riuscito a esprimere un proprio autorevole rappresentante in Consiglio regionale. Un copione già visto, che si ripete puntuale a ogni tornata elettorale: grande fervore nelle settimane precedenti al voto, candidature locali sostenute da piccoli gruppi organizzati, messaggi di ringraziamento per le preferenze raccolte, ma alla fine nessuna voce capace di sedersi nei luoghi dove si decide davvero. Il problema non è tanto la mancanza di candidati – anzi, quest’anno il numero di aspiranti consiglieri originari della Penisola era tutt’altro che esiguo – quanto l’incapacità di convergere su un nome credibile e competitivo. Le divisioni interne, le appartenenze partitiche, i personalismi e le logiche di corrente hanno nuovamente frammentato un consenso che, se concentrato, avrebbe forse potuto esprimere qualcosa di più. Invece, il risultato finale è stato quello di sempre: voti dispersi, nessun eletto, territorio assente. Nelle ore successive allo scrutinio è iniziata la consueta parata di dichiarazioni. I candidati rimasti fuori dal Consiglio hanno ringraziato i loro sostenitori, rivendicando percentuali giudicate “significative”.

 

Ma si tratta di consensi che, pur legittimi sul piano personale, risultano inutili sul piano politico. Non producono rappresentanza, non aprono porte, non portano la voce della Penisola nelle stanze dove si discute di mobilità, sanità, infrastrutture, programmazione turistica. Temi che qui assumono un peso doppio, perché il territorio vive da anni una condizione di dissesto strutturale: strade congestionate, collegamenti insufficienti, ospedale unico bloccato da lungaggini infinite, pressioni urbanistiche irrisolte. Come in passato, non mancano poi i personaggi che, all’indomani del voto, spuntano come funghi rivendicando rapporti privilegiati con questo o quel consigliere eletto. Reti informali di “intermediari” che si attribuiscono un ruolo nell’avere sostenuto candidati di altre aree della Campania e che ora, per riflesso, sarebbero accreditati nel raccogliere istanze e problemi della Penisola. Ma l’esperienza insegna che tali appartenenze indirette raramente si traducono in risultati concreti: senza un eletto del territorio, le questioni della costiera finiscono inevitabilmente in secondo piano rispetto alle priorità più pesanti delle altre province. Sullo sfondo, intanto, si muove lo scenario politico locale. La prospettiva delle prossime elezioni per il Consiglio comunale di Sorrento aggiunge tensione e fa da sfondo a letture e interpretazioni del voto regionale. Qualcuno tenterà di capitalizzare il risultato ottenuto per ritagliarsi uno spazio nella futura competizione amministrativa; altri proveranno a costruire legami esterni per rafforzare posizionamenti interni. Ma resta un dato: la Penisola sorrentina continua a non avere una voce propria in Regione. E finché questa mancanza non verrà affrontata con una strategia comune, il territorio rischia di restare un’area di pregio turistico senza un adeguato peso politico, costretta a inseguire soluzioni che altri continueranno a decidere.

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