mercoledì 26 novembre 2025

La pattuglia deluchiana è pronta all'assedio. Tutti i fedelissimi eletti

Dalla civica al Pd, da Casa riformista ad Avanti e FI

di Felice Naddeo - Il Corriere del Mezzogiorno

Napoli - Lui non c'era alla festa. All'abbraccio collettivo tra Fico, Manfredi, Schlein, Conte, Fratoianni e Maraio. Vincenzo De Luca, come sempre a ogni elezione da tre decenni a questa parte, era a casa. A Salerno. Così, mentre il ledwall del comitato elettorale di Napoli scandiva i numeri che decretavano la fine di un'era e l'inizio di un nuovo corso, e il figlio Piero cercava di fare della diplomazia un'arma tattica stringendo mani e lanciandosi in qualche sorriso, il governatore uscente faceva i conti. Carta e penna, è tradizione. Alla tecnologia ha concesso solo il messaggio, via cellulare, di congratulazioni con il suo successore. Perché anche una telefonata a Fico, sussurra qualche uomo del suo entourage, sarebbe stata troppo. Magari De Luca l'impetuoso non sarebbe riuscito a trattenersi dall'avvisarlo: «Guarda che io sono ancora qua. Mica tutto è cambiato». In effetti, il presidente in uscita, di certo prossimo sindaco di Salerno, non ha neanche tutti i torti. Proprio perché i numeri, quelli che ha appuntato domenica notte, più che una spina nel fianco di Fico potrebbero rivelarsi un collare discretamente stretto da rischiare di limitare i movimenti del nuovo inquilino di Palazzo Santa Lucia. De Luca porta in Consiglio uno zoccolo duro di fedelissimi, una pattuglia di uomini d'area e una fetta di «dialoganti» (anche tra le fila dell'opposizione).

 

Certo non ha più il potere da presidente e tutti i mezzi per poterlo esercitare nelle mediazioni, soprattutto nel dispensare nomine e incarichi, oltre che ordinare interventi e progetti: ma comunque è lì. A vigilare. A controllare. A non mollare. Soprattutto a rivendicare per i suoi qualche assessorato strategico. Tant'è che negli ultimi giorni di campagna elettorale l'aveva anche detto pubblicamente a Benevento: «Seguirò le sorti della Campania per un altro quarto di secolo, per mandare avanti le politiche messe in campo negli ultimi dieci anni». L'avviso ai naviganti era stato recapitato. Le urne sono state discretamente incoraggianti nel confronto diretto delle liste. La sua civica «A Testa Alta» (8,34%) ha sopravanzato quella di «Fico Presidente» (5,41%) di tre punti. Ma De Luca non ha certo riversato tutte le sue energie su questo schieramento. C'era da aiutare il figlio Piero, segretario regionale del Pd, e i suoi fedelissimi candidati con i dem. A cominciare dalla circoscrizione di Salerno. Dove sono stati eletti plebiscitariamente Corrado Matera, suo ex assessore al Turismo e poi consigliere regionale, e Franco Picarone. Con la civica c'è stato l'exploit di Luca Cascone, da lui voluto alla presidenza della commissione Trasporti, e tra i socialisti è stato eletto Andrea Volpe, figlio di Mimmo: sindaco Pd di Bellizzi e da sempre vicino - come il figlio peraltro - al governatore uscente. Il Psi del segretario nazionale Enzo Maraio, salernitano di nascita e vissuto politico, se non proprio totalmente allineato al deluchismo è sicuramente in scia ai desiderata del governatore uscente. Portando in dote, oltre a Volpe, altri due consiglieri eletti: Giovanni Iovino e Giovanni Mensorio. Ad Avellino, Vincenzo Alaia eletto con Casa Riformista è un satellite del pianeta deluchiano. Così come Gennaro Oliviero a Caserta con «A Testa Alta». È stata la circoscrizione di Napoli il vero fortino di Roberto Fico. Perché qui De Luca ha trainato in Consiglio pochi amici e perso la sfida indiretta con Gaetano Manfredi: il vero vincitore politico di queste elezioni regionali. Comunque il ras di Salerno ne ha tratto qualche beneficio: due in Consiglio con la civica, Giovanni Porcelli e l'ex assessore Lucia Fortini; una eletta (su 6 dem a Napoli) tra quelli vicini nel Pd, Loredana Raia. Quindi, in totale, più di un terzo degli eletti della maggioranza potrebbe essere direttamente collegabile a De Luca. Poi ci sono i «dialoganti». Magari Giovanni Maria Cuofano, ex sindaco di Nocera Superiore, eletto con la lista di Fico, ma che all'epoca del suo mandato da primo cittadino era stato sostenuto anche dagli uomini di De Luca. Così altri, ribadiscono sempre dall'entourage deluchiano, sono in contatto stretto. E poi ci sono quelli da tenere sott'occhio, anche nell'opposizione, nel caso sia necessaria una spallata, o solo un avvertimento, alla maggioranza. Come il recordman di voti nel Casertano, Giovanni Zannini, consigliere regionale uscente, alle scorse elezioni eletto con la lista De Luca Presidente e ora riconfermato con Forza Italia. Insomma, alla Regione Campania non c'è più De Luca. Ma la sua ombra già aleggia intorno a Fico.

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