domenica 15 giugno 2008

«Caro Giorgio un giorno sarai presidente»

«Caro Giorgio, tu sei bravissimo e preparatissimo: un giorno diventerai presidente della Repubblica. Quando ciò accadrà mi farebbe piacere essere invitato a visitare il Quirinale». Quando Peppe Ballo, il factotum del Pci, poi del Pds, poi dei Ds di San Giorgio a Cremano scrisse queste parole in un messaggio consegnato a Giorgio Napolitano oltre dieci anni fa, mai avrebbe pensato che il suo desiderio si sarebbe tramutato in realtà. Invece ieri Peppe, insieme alla moglie, è stato ricevuto con tutti gli onori dal Presidente. Eppure Ballo non è un capo di Stato e neppure un diplomatico: è un semplice militante di partito che per Napolitano ha sempre nutrito un particolare affetto. Qualche settimana fa è squillato il telefono a casa di Peppe. «Pronto, qui è la segreteria del Quirinale» ha detto una donna dall’altro capo della cornetta. Peppe, uomo semplice, andato in pensione dopo una vita di lavoro nel sindacato, ha pensato a uno scherzo ma la voce femminile ha proseguito: «Il Presidente ha trovato tra le sue carte il suo messaggio e si è ricordato di lei. Si scusa per il ritardo con cui le risponde e vorrebbe invitarla al Quirinale per farle vedere il palazzo e i giardini». E a Peppe Ballo è tornato in mente quel foglietto scritto a penna e consegnato a Napolitano a metà anni Novanta, a margine di uno dei tanti convegni che il partito organizzava a San Giorgio: non ci pensava ormai da moltissimo tempo. «Gli avevo scritto - ricorda adesso - che lui aveva la statura morale e politica nonché le competenze per ricoprire la carica più alta dello Stato». Così ieri mattina alle 11,30 Peppe Ballo e la consorte si sono presentati al Quirinale. E il vecchio militante, commosso, ha incontrato Napolitano. Pochi minuti, tanta emozione. E dopo la premonizione, un invito: «Caro Giorgio, vieni a trovarci, a San Giorgio ci sono tanti amici che ti aspettano». (Michele Ippolito il Mattino)

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