mercoledì 20 maggio 2009

Decimo anniversario della morte di Massimo D'Antona

Sono in corso in tutta Italia manifestazioni in ricordo di Massimo D’Antona. 10 anni fa, precisamente il 20 maggio 1999, il giuslavorista fu assassinato dalle Brigate Rosse mentre usciva di casa per andare al ministero del Lavoro, di cui era consigliere. Professore di riconosciuto prestigio, aveva messo competenza ed esperienza al servizio dello Stato. Numerose le esternazioni di personaggi del mondo politico e non che lo ricordano. “Non è passato giorno, - dice Antonio Bassolino - in questi dieci anni di impegno politico e amministrativo, che il mio pensiero non sia andato almeno una volta a Massimo D’Antona. Perché Massimo, giuslavorista di grande valore e mio prezioso e principale collaboratore al ministero del Lavoro, è stato una figura esemplare di studioso e di uomo pubblico al servizio delle istituzioni democratiche. Nella sua attività accademica, culturale e politica la stella polare è stata sempre lo studio, l’approfondimento, l’impegno per far progredire la condizione giuridica, sociale e civile dei lavoratori. Un obiettivo perseguito con dedizione, intelligenza e apertura al dialogo e al confronto. Ecco, questo è l’incancellabile insegnamento che ci lascia un uomo come Massimo. Una lezione che ha ispirato l’attività e la vita di altri martiri del terrorismo come Marco Biagi, anche lui mio collaboratore in quella fase, o Ezio Tarantelli, e tanti altri. Tutti hanno lavorato affinché nel conflitto sociale non si insinuasse la violenza terroristica, affinché l’ottusa cecità degli assassini non prevalesse sul dialogo e il confronto civile. Noi tutti, - conclude il Governatore dal suo blog - istituzioni, sindacati, forze imprenditoriali e culturali, dobbiamo sempre tenere presente questo importante e fondamentale insegnamento. Soprattutto ora che, come Paese e come sistema economico, dobbiamo affrontare una crisi tanto grave.”

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