giovedì 21 maggio 2009
Scala: Sono soddisfatto della lettera del Presidente Bassolino sul contratto d'area torrese - stabiese
Regione Campania - Esprimo grande soddisfazione per la lettera inviata dal Presidente Antonio Bassolino al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in merito alla scelta di rifinanziare il Contratto d’Area Torrese Stabiese. Lo scorso 21 Febbraio, mi feci promotore pubblicamente di un’ipotesi di questo tipo, raccogliendo non poche critiche, da parte di chi considerava questo uno strumento superato. Oggi come allora sono convinto che tale strumento non può definirsi affatto superato. E’ per questo che esprimo viva soddisfazione nell’apprendere della lettera inviata dal Presidente della Regione Campania al Primo Ministro. Avis, Fincantieri, Metalfer e le tante piccole e medie attività produttive che in questi mesi di crisi stanno sopravvivendo con gli strumenti della cassa integrazione hanno bisogno di una programmazione e di strumenti seri per rilanciare lo sviluppo dell’intera area. Il contratto d'area Torrese-Stabiese, rappresenta un esempio di contrattazione territoriale, che se pur con molte criticità, ha in qualche modo funzionato. Bisogna dare atto che, a differenza dell'area Napoli Est, qui qualcosa è stato realizzato: il Polo Nautico di Torre Annunziata, il Porto Turistico, il Gran Plaza e altro ancora. Come già detto, non mancano le criticità dovute troppo spesso all'incapacità di alcuni imprenditori, a volte senza scrupoli. Ma qualcosa, comunque si è mosso nell'ottica di uno sviluppo territoriale che potesse creare e garantire occupazione. Ora l'area Torrese-Stabiese è investita da processi di crisi, ma resta un luogo che offre grosse opportunità di sviluppo. Sono oltre 140 i lavoratori in mobilità, di cui 100 solo dell'AVIS. Lascia ben sperare il fatto che insieme a questa crisi si è aperto un nuovo processo di intervento per rilanciare una nuova stagione di programmazione condivisa nell'area. Costituire, ad esempio, la "Zona franca di Torre" che attraverso la leva della defiscalizzazione potrebbe indurre piccole e medie imprese a investire e insediarsi sul territorio. Esiste già un documento programmatico firmato dalla Regione grazie al quale i Comuni di Torre e Castellammare, Autorità portuale di Napoli e la Fincantieri potrebbero acquisire lo status di "Distretto industriale " in modo da inserire le aree di Torre-Castellammare tra i poli produttivi meridionali di cui al decreto 28.11.2007 del Ministero dello Sviluppo economico. Va da sé che il distretto si occuperebbe del rilancio produttivo dei cantieri navali di Castellammare attraverso la realizzazione di un bacino di carenaggio, il potenziamento e la riqualificazione dell'indotto. Inoltre vi sono una serie di progetti interessanti in cantiere: la realizzazione di un centro di ricerca nel campo delle tecnologie innovative e quella di un centro per la formazione; la creazione di un museo navale, una compiuta definizione degli interventi necessari allo sviluppo del "Polo nautico tornese " e la sistemazione e il consolidamento della filiera del Materferro. Però, è ovvio che per evitare che tali progetti restino sulla carta, è necessario un impegno straordinario di tutti. E' necessario, dunque, pensare a uno sviluppo non costruito esclusivamente sul turismo e sui servizi, che pur devono essere incentivati e rilanciati, ma che guardi anche all'industria perché non c'è sviluppo duraturo, strutturato se non si pensa a una politica seria che rilanci l'industria e il lavoro operaio. Si tratta di spostare nel Mezzogiorno non le eccedenze industriali del Nord, ma interi comparti di eccellenza che privilegino il territorio meridionale.Tra l'altro c'è un quadro legislativo europeo che offre buone occasioni. Questa è la sfida che si apre dinanzi ai livelli istituzionali del Mezzogiorno e della nostra Regione. Creare lavoro è la priorità assoluta. Quando un territorio, una comunità convive con centinaia di migliaia di giovani in cerca di lavoro, senza dare ad essi una risposta, una speranza, quel territorio, quella comunità, ben presto si frantumano, si deteriorano i rapporti e rischiano di essere travolti finanche i livelli di democrazia raggiunti.
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