Napoli - Veltroni romanziere passa l’esame dei prof napoletani. L’ex segretario del Pd presenta a Napoli la sua ultima opera letteraria, «Noi», saga familiare che ripercorre alcune tappe della storia d’Italia, dal ’43, dalla guerra, al futuro prossimo, il 2025. A recensirlo, ieri pomeriggio all’Istituto di studi filosofici, uno storico, Giuseppe Galasso, un filosofo, Biagio De Giovanni, e un matematico, Guido Trombetti, coordinati da Luigi Nicolais. E in platea altri accademici, dai parlamentari Ciriello e Mazzarella, a Gravagnuolo, passando per l’attuale segretario regionale del Pd, Enzo Amendola, il suo predecessore, Tino Iannuzzi, i due Impegno, padre e figlio, Nino Daniele, Teresa Armato, Alfonso Andria e Maria Fortuna Incostante. Nessuna incursione nell’attualità locale nelle parole di Veltroni, che preferisce rimanere nella dimensione ampia della civiltà occidentale. «Un libro contro la solitudine sociale, tratto caratterizzante dell’Occidente», spiega l’autore. «Siamo al centro della rete dei fili della comunicazione, eppure la solitudine è un fenomeno in crescita. L’intenzione del volume è far crescere in ognuno di noi la voglia di scoprire come vive il vicino di casa e voglia rendersi utile al prossimo». Un messaggio in linea con l’I care, lo slogan di don Milani che Veltroni fece suo ai tempi del congresso della Quercia del 2000. «Ho apprezzato la dimensione sociologica e culturale di un romanzo - dice Galasso - che, descrivendo i mutamenti della società, segna il primato delle persone». Pagine «interessanti scritte da un politico di professione» anche per De Giovanni, che rispolverando Max Weber distingue tra chi vive di politica da chi vive per la politica. «Ma ve lo immaginate D’Alema che scrive un romanzo? Ce lo vedo al massimo scrivere l’introduzione al Principe». Non una bordata all’indirizzo dell’ex ministro degli Esteri, ma un giudizio sulle differenze tra i due duellanti storici, di cui uno, Veltroni, ora nelle seconde file del partito. «E poi l’opera di Machiavelli è sul mio comodino», si affretta a dire il filosofo. «Quello che mi è piaciuto del romanzo è il messaggio che da solo nessuno può farcela», commenta Trombetti che, entrato nel toto-nomine delle candidature per la presidenza della Regione, non conferma e non smentisce. Se la ride con gli altri ospiti del parterre accarezzando l’idea del rettore-governatore. (Enrica Procaccini il Mattino)
mercoledì 13 gennaio 2010
Veltroni riunisce i professori «Attenti alla solitudine sociale»
Napoli - Veltroni romanziere passa l’esame dei prof napoletani. L’ex segretario del Pd presenta a Napoli la sua ultima opera letteraria, «Noi», saga familiare che ripercorre alcune tappe della storia d’Italia, dal ’43, dalla guerra, al futuro prossimo, il 2025. A recensirlo, ieri pomeriggio all’Istituto di studi filosofici, uno storico, Giuseppe Galasso, un filosofo, Biagio De Giovanni, e un matematico, Guido Trombetti, coordinati da Luigi Nicolais. E in platea altri accademici, dai parlamentari Ciriello e Mazzarella, a Gravagnuolo, passando per l’attuale segretario regionale del Pd, Enzo Amendola, il suo predecessore, Tino Iannuzzi, i due Impegno, padre e figlio, Nino Daniele, Teresa Armato, Alfonso Andria e Maria Fortuna Incostante. Nessuna incursione nell’attualità locale nelle parole di Veltroni, che preferisce rimanere nella dimensione ampia della civiltà occidentale. «Un libro contro la solitudine sociale, tratto caratterizzante dell’Occidente», spiega l’autore. «Siamo al centro della rete dei fili della comunicazione, eppure la solitudine è un fenomeno in crescita. L’intenzione del volume è far crescere in ognuno di noi la voglia di scoprire come vive il vicino di casa e voglia rendersi utile al prossimo». Un messaggio in linea con l’I care, lo slogan di don Milani che Veltroni fece suo ai tempi del congresso della Quercia del 2000. «Ho apprezzato la dimensione sociologica e culturale di un romanzo - dice Galasso - che, descrivendo i mutamenti della società, segna il primato delle persone». Pagine «interessanti scritte da un politico di professione» anche per De Giovanni, che rispolverando Max Weber distingue tra chi vive di politica da chi vive per la politica. «Ma ve lo immaginate D’Alema che scrive un romanzo? Ce lo vedo al massimo scrivere l’introduzione al Principe». Non una bordata all’indirizzo dell’ex ministro degli Esteri, ma un giudizio sulle differenze tra i due duellanti storici, di cui uno, Veltroni, ora nelle seconde file del partito. «E poi l’opera di Machiavelli è sul mio comodino», si affretta a dire il filosofo. «Quello che mi è piaciuto del romanzo è il messaggio che da solo nessuno può farcela», commenta Trombetti che, entrato nel toto-nomine delle candidature per la presidenza della Regione, non conferma e non smentisce. Se la ride con gli altri ospiti del parterre accarezzando l’idea del rettore-governatore. (Enrica Procaccini il Mattino)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento