Regione Campania - Anticipa subito che stasera in direzione farà «una relazione lontana da autoassoluzioni». Ma a chi in queste ore ne ha chiesto le dimissioni da segretario, risponde: «Mai pensato di essere l’uomo della provvidenza. Di errori ne ho commessi ma la fine di 15 anni di un ciclo politico è un conto troppo salato da pagare solamente da chi è stato eletto a novembre», spiega Enzo Amendola. Doppia sconfitta: il Pd sembra in piena impasse. «Ho preso il partito a ridosso delle Regionali ma mi sento responsabile, come tutti, di una sconfitta che ha ragioni profonde. Sono abituato a metterci la faccia e lo farò anche in direzione. Perché la sconfitta ha varie cause. A cominciare da una sfiducia nell’azione amministrativa del centrosinistra per una mancata spinta alla modernizzazione e alla riforma di comparti decisivi per le politiche regionali. A ciò si aggiunge una trasformazione del quadro politico: il passaggio nel centrodestra delle forze moderate che ora sono determinanti per Caldoro». Qualcuno dice: colpa dell’assenza di vertici napoletani pd. «Il Pd è stato governo regionale nell’immagine dei cittadini e, quando si è sconfitti, è ovvio che l’analisi bisogna concentrarla lì, dallo scollamento tra l’azione amministrativa e le aspettative dei cittadini. Finito il congresso a novembre era chiaro a tutti che un ciclo politico era finito, che c’era una disaffezione rilevata dai sondaggi e che il Pd ancora non era radicato. Io non evito la critica e credo sia stato un errore di molti decidere di non fare i congressi ma mi sembra assai riduttivo spiegare così la sconfitta». Si sono perse sia la Regione che roccaforti rosse. «Le avvisaglie già alle Provinciali. E neanche una coalizione più ampia ha evitato gli errori del passato». L’ombra di Bassolino e il nuovo ruolo di De Luca. Sarà ancora guerra interna? «Sono allergico a un Pd giocato sui personalismi e sono stufi anche De Luca e Bassolino di questa rappresentazione. Abbiamo da rafforzare il profilo del ”noi”, mettere al centro i circoli, impostare il lavoro con un’assemblea programmatica sulle grandi questioni della regione e avere un’agenda che ascolti chi non ha voce». Al governo per anni, dimenticato come si fa opposizione? «La faremo senza rinunciare alla cultura di governo. Senza demagogia e facendo i conti con la crisi. Ma a Caldoro chiederemo scelte su riforme chiare e nette». Ora si vota a Napoli, preparati?. «Il Pd ha subìto terremoti: scissioni, conflittualità esasperate e discussioni autoreferenziali. Adesso si riparte, con segnali positivi di militanza che abbiamo già visto in questa campagna con De Luca». Primarie per i candidati sindaci del 2011? «Con i congressi vogliamo uscire da una situazione emergenziale, portare alla normalità la vita democratica del Pd. Da tempo lo stiamo facendo, insieme a chi lavora senza risparmiarsi con me tipo Ciro Cacciola e Mimmo Tuccillo, per costruire nuovi gruppo dirigenti provinciali. Saranno loro a decidere tempi e modi ma io, è noto, sono per le primarie di coalizione». Con gli stessi tempi del candidato governatore? «No, stavolta con largo anticipo». (Adolfo Pappalardo il Mattino)
giovedì 15 aprile 2010
«Dimissioni? Non pago il conto di una sconfitta nata dal passato»
Regione Campania - Anticipa subito che stasera in direzione farà «una relazione lontana da autoassoluzioni». Ma a chi in queste ore ne ha chiesto le dimissioni da segretario, risponde: «Mai pensato di essere l’uomo della provvidenza. Di errori ne ho commessi ma la fine di 15 anni di un ciclo politico è un conto troppo salato da pagare solamente da chi è stato eletto a novembre», spiega Enzo Amendola. Doppia sconfitta: il Pd sembra in piena impasse. «Ho preso il partito a ridosso delle Regionali ma mi sento responsabile, come tutti, di una sconfitta che ha ragioni profonde. Sono abituato a metterci la faccia e lo farò anche in direzione. Perché la sconfitta ha varie cause. A cominciare da una sfiducia nell’azione amministrativa del centrosinistra per una mancata spinta alla modernizzazione e alla riforma di comparti decisivi per le politiche regionali. A ciò si aggiunge una trasformazione del quadro politico: il passaggio nel centrodestra delle forze moderate che ora sono determinanti per Caldoro». Qualcuno dice: colpa dell’assenza di vertici napoletani pd. «Il Pd è stato governo regionale nell’immagine dei cittadini e, quando si è sconfitti, è ovvio che l’analisi bisogna concentrarla lì, dallo scollamento tra l’azione amministrativa e le aspettative dei cittadini. Finito il congresso a novembre era chiaro a tutti che un ciclo politico era finito, che c’era una disaffezione rilevata dai sondaggi e che il Pd ancora non era radicato. Io non evito la critica e credo sia stato un errore di molti decidere di non fare i congressi ma mi sembra assai riduttivo spiegare così la sconfitta». Si sono perse sia la Regione che roccaforti rosse. «Le avvisaglie già alle Provinciali. E neanche una coalizione più ampia ha evitato gli errori del passato». L’ombra di Bassolino e il nuovo ruolo di De Luca. Sarà ancora guerra interna? «Sono allergico a un Pd giocato sui personalismi e sono stufi anche De Luca e Bassolino di questa rappresentazione. Abbiamo da rafforzare il profilo del ”noi”, mettere al centro i circoli, impostare il lavoro con un’assemblea programmatica sulle grandi questioni della regione e avere un’agenda che ascolti chi non ha voce». Al governo per anni, dimenticato come si fa opposizione? «La faremo senza rinunciare alla cultura di governo. Senza demagogia e facendo i conti con la crisi. Ma a Caldoro chiederemo scelte su riforme chiare e nette». Ora si vota a Napoli, preparati?. «Il Pd ha subìto terremoti: scissioni, conflittualità esasperate e discussioni autoreferenziali. Adesso si riparte, con segnali positivi di militanza che abbiamo già visto in questa campagna con De Luca». Primarie per i candidati sindaci del 2011? «Con i congressi vogliamo uscire da una situazione emergenziale, portare alla normalità la vita democratica del Pd. Da tempo lo stiamo facendo, insieme a chi lavora senza risparmiarsi con me tipo Ciro Cacciola e Mimmo Tuccillo, per costruire nuovi gruppo dirigenti provinciali. Saranno loro a decidere tempi e modi ma io, è noto, sono per le primarie di coalizione». Con gli stessi tempi del candidato governatore? «No, stavolta con largo anticipo». (Adolfo Pappalardo il Mattino)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento