giovedì 4 novembre 2010

Confronto sull’utilizzo delle strutture realizzate per bloccare gli attacchi dei pirati

Piano di Sorrento - «Le torri vicereali della penisola sorrentina» è il tema della conferenza del professor Domenico Camardo in programma sabato alle 19, nella sala del Centro culturale comunale, per il ciclo di appuntamenti «Piano di Sorrento: Una storia tra mare e terra», promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’Associazione Oebalus, studi sulla Campania dell’antichità. «La presenza delle torri in costiera – spiega Raffaella d’Esposito, coordinatrice della locale sezione Unitre, cultrice di storia della penisola sorrentina - è la testimonianza di un periodo storico in cui il Mezzogiorno d’Italia era dominato dagli spagnoli che vararono un organico piano di rafforzamento delle difese costiere incentrato soprattutto sulla costruzione di un sistema di torri collocate lungo la costa a poca distanza l’una dall’altra, in modo da costituire una catena di piccoli capisaldi che oltre all’avvistamento delle fuste barbaresche potevano assicurare (grazie alle artiglierie di cui erano dotate) una fascia di mare protetta per il cabotaggio commerciale e che, a partire dal 1563, fu realizzato per ordine del viceré di Napoli Pedro Afan de Rivera». Le caratteristiche architettoniche delle torri sono caratterizzate da un impianto quadrato e pareti scarpate per l’intero sviluppo verticale, allo scopo di garantire al manufatto una maggiore stabilità alle sollecitazioni provocate dalle artiglierie durante il tiro. L’accesso era sopraelevato a livello del piano abitabile, costituito da un unico ambiente a volte con una superficie variabile tra i 20 e i 30 metri quadrati, arredata con un camino dal duplice uso, cucina e riscaldamento. All’esterno, in sommità, su ciascuno dei quattro lati, erano posizionate le caditoie, in numero di tre, per la tipologia più diffusa, quella di tipo intermedio, sempre realizzate in controscarpa, e costituenti il coronamento della torre. Tali postazioni difensive erano utilizzate per la difesa ravvicinata della torre ad esempio quella di Punta La Guardia e Punta Campanella. Inoltre, in costiera le torri dovevano adattarsi a un terreno accidentato per cui furono costruite con delle varianti rispetto allo schema originario come ad esempio la Torre di Rovigliano che è più bassa e con una base più larga rispetto alle altre Torri. Accanto alle tipologie di architettura militare se ne possono individuare altre, cosiddette minori, riconoscibili nelle costruzioni di natura rurale o abitativa, adattate per secondari scopi difensivi, tutte accomunate dall’essere sorte spontaneamente e per mano privata. (Ciriaco M. Viggiano il Mattino)

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