mercoledì 24 novembre 2010

Immigrazione clandestina

Sicignano (Cdl): “bene lo sgobero dell’ex Casa del Fascio, ora però si parta con il censimento degli irregolari presenti nei quartieri”

Castellammare di Stabia - «Bene, l’operazione di contrasto all’immigrazione clandestina condotta, in data odierna, dagli uomini della Polizia Municipale di Castellammare di Stabia, i quali hanno sgomberato dall’ex Casa del Fascio alcuni extracomunitari, che avevano occupato l’edificio pubblico in maniera abusiva» è quanto ha sostenuto il consigliere comunale di opposizione, Antonio Sicignano, leader del Cdl stabiese, ch nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme sicurezza, a causa della presenza di molti immigrati irregolari ed extracomunitari nei quartieri cittadini. «Ciò dimostra,- spiega - ancora una volta, che quando abbiamo lanciato l’allarme sicurezza, in merito alla accresciuta presenza sul suolo cittadino di extracomunitari ed immigrati irregolari, poco avvezzi al rispetto della legge e delle regole cittadine, ci abbiamo visto giusto. A questo punto, si rileva a nostro avviso doveroso e necessario procedere, così come abbiamo proposto noi nei giorni scorsi, ovvero al censimento della popolazione extracomunitaria e di immigrati irregolari, che stazionano in alcuni quartieri cittadini tra cui il centro antico». «Voglio ricordare che essa non è affatto una misura frutto di intolleranza, ma uno strumento necessario per tutelare soprattutto gli stranieri che vivono in queste situazioni di degrado, ed in particolare i minori, affinché siano tolti dalla clandestinità e dall'ombra, ed affinché sia dato loro un futuro. Allo stesso tempo è necessario togliere dall’ombra quegli extracomunitari disperati e violenti, che rischiano di finire nei circuiti criminali o alle dipendenze della Camorra». «Sia ben chiaro il censimento non è una cosa che ci siamo inventati noi, ma si tratta di una misura già adottata con successo in altre città ed in ambito nazionale dal Ministro Maroni, il quale nel 2008 ricorse a tale strumento per risolvere l’emergenza “Rom”. In tale occasione fu, infatti, dato mandato ai prefetti di Roma, Milano e Napoli, di effettuare un censimento negli insediamenti “Rom” delle tre città». «Ebbene, nessuno fu deportato, espatriato o arrestato, ma fu solo redatto un importantissimo rapporto dettagliato, che poi fu consegnato al ministro dell’Interno, che agì di conseguenza, sulla base di documenti concreti».

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