martedì 12 luglio 2016

“Pulcinella e Zampalesta nella Terra dei Fuochi”

Sorrento - La Terra dei Fuochi è una ferita aperta e sconvolgente della nostra storia contemporanea. Può uno spettacolo teatrale, addirittura un’arte antica, semplice e popolare come quella dei burattini, fungere da denuncia sociale e sprone ad un risveglio delle coscienze? E’ questa la sfida dello spettacolo di rara bellezza che viene proposto, nel fresco giardino dell'Artis Domus a Sorrento, in via Fuoro, con la collaborazione del pediatra e animatore culturale Carlo Alfaro, venerdì 15 luglio dalle 20,30, con, per la prima volta insieme, burattini tradizionali napoletani e calabresi: “Pulcinella e Zampalesta nella Terra dei Fuochi”, scritto, diretto ed interpretato a quattro mani da Gaspare Nasuto e Angelo Gallo. Maestro impagabile dell’arte del teatro dei burattini in chiave moderna il primo, oltre che studioso internazionale di Pulcinella, e suo allievo calabrese il secondo, portatore della secolare tradizione calabra di maschere e burattini, i due artisti hanno confezionato un inno alla natura ed insieme un invito al risveglio delle coscienze contro i soprusi subiti dalle nostre terre, che riesce a far arrivare forte e chiaro il messaggio tanto agli adulti quanto ai bambini. Parte del ricavato della serata sarà devoluto dall’Artis Domus all’Associazione “Noi Genitori di Tutti”, formata dai genitori dei bambini e ragazzi vittime di tumori nella Terra dei Fuochi, che si adopera per tutelare l'ambiente e il diritto alla vita nei territori martoriati dallo scempio dell'inquinamento abusivo al motto di “il bambino prima di tutto”, prima di interessi, di profitti, di individualismi e egoismi di ogni tipo.
 
La Onlus collabora con l'Ambulatorio di medicina solidale San Ludovico da Casoria, una struttura sanitaria di volontariato che offre consulenze mediche gratuite, farmaci, sostegno a persone bisognose. La definizione “Terra dei fuochi” venne utilizzata per la prima volta nel 2003 nel Rapporto Ecomafie 2003 curato da Legambiente, e successivamente da Roberto Saviano nel libro Gomorra, come titolo dell’XI ed ultimo capitolo. Geograficamente, si identifica con un territorio di 1076 km², nel quale sono situati 57 comuni, nei quali risiedono circa 2 milioni e mezzo di abitanti: 33 comuni situati nella provincia di Napoli e 24 comuni situati nella provincia di Caserta. Da molti decenni, in queste zone della Campania l’accumulo di sversamenti di rifiuti industriali e di rifiuti tossici e nucleari, e i loro roghi, hanno creato un disastro ambientale responsabile di un’impennata di casi di tumori e morti, soprattutto in giovani e bambini. La Terra dei Fuochi è una vasta aerea della Campania, tra Napoli e Caserta, caratterizzata dalla forte presenza nel territorio di rifiuti industriali, come copertoni o scarti di abbigliamento, o cavi elettrici, e da materiali chimici e nucleari, altamente tossici, sversati illegalmente da parte della camorra e, in particolare, dal clan dei Casalesi, e provenienti soprattutto dal Nord Italia. Inoltre nella zona si sono susseguiti numerosi roghi di rifiuti, donde l’appellativo di terra dei fuochi, poiché in molti casi, i cumuli di rifiuti, accumulati nelle campagne, o ai margini delle strade, venivano incendiati dando luogo a pericolosissime sostanze tossiche, tra cui diossina, diffuse nell’atmosfera e nelle terre circostanti, ed entrate nella catena alimentare fino all’uomo. I roghi tossici divennero più frequenti quando potevano essere confusi tra i numerosi incendi appiccati ai cumuli di immondizia durante la crisi dei rifiuti in Campania, tra il 2007 e il 2008. I carabinieri accertarono che solo tra il gennaio e il marzo del 2007 furono bruciati 30 000 kg di rifiuti in terreni agricoli. Le dichiarazioni del pentito di camorra, Carmine Schiavone, hanno evidenziato come la Campania fosse diventata una discarica a cielo aperto, soprattutto di materiali tossici tra cui piombo, scorie nucleari e materiale acido, che hanno inquinato le falde acquifere campane e le coste di mare. Il boss Gaetano Vassallo, legato al clan dei Casalesi, confessò che per vent'anni ha lavorato per sversare sistematicamente in Campania rifiuti tossici corrompendo politici e funzionari del governo. Una serie interminabili di silenzi colpevoli e compiacenti e sconsiderati affari che hanno seminato distruzione, malattie e morte nel cosiddetto “triangolo della morte”, quella sfortunata area della provincia di Napoli, compresa tra i comuni di Acerra, Nola e Marigliano, in cui più sensibilmente si è avvertito l’aumento della mortalità per cancro della popolazione locale, principalmente dovuto allo smaltimento illegale di rifiuti tossici da parte della camorra. La definizione venne utilizzata nell’agosto 2004 dalla prestigiosa rivista scientifica internazionale The Lancet Oncology, che ha pubblicato uno studio di Kathryn Senior e Alfredo Mazza, quest'ultimo ricercatore del CNR di Pisa, dal titolo: “Il Triangolo della morte in Italia collegato alla crisi dei rifiuti”, sottolineando la paurosa impennata di casi di cancro in questi territori. Un ulteriore studio del 2007 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Regione Campania, che ha monitorato in 196 comuni campani la mortalità per tumori e le malformazioni congenite nel periodo dal 1994 al 2002, evidenziando che la mortalità per tumori e le malformazioni congenite sono risultate significativamente aumentate nelle zone con presenza di discariche e siti di abbandono incontrollato di rifiuti. Ovviamente “Pulcinella e Zampalesta nella Terra dei Fuochi” è uno spettacolo di burattini, e quindi come da tradizione usa la farsa, le scenette, le battute per divertire grandi e piccini, ma il suo significato morale resta acuto e profondo. La trama. In paese fervono i preparativi per l’imminente matrimonio di Pulcinella e Teresina, tutti sono invitati. Le specialità del banchetto nuziale sono i prodotti tipici della cucina delle terre del Sud Italia, primi, secondi, contorni, dolci, e per preparare il ricco buffet per gli invitati servono tante uova freschissime, ma quando Pulcinella si rivolge al contadino napoletano Ciccillo, questo costernato gli risponde che la sua gallina Serafina, un tempo famosa per le sue uova, non depone più. Ciccillo interpella allora il contadino calabrese Rusaru, suo amico per la pelle e socio, da cui ha avuto in regalo la gallina, e questi intuisce che abbia mangiato della spazzatura: la gallina risulta “intasata” infatti da un barattolo di latta che espelle tra le risate di grandi e piccini. Le risate cessano però quando si riflette che qualcosa non va nel verso giusto, è da un pò di tempo che la terra dei campi di Ciccillo è maleodorante, le piante che vi sono coltivate muoiono e gli animali si ammalano. Allora si scopre che cosa stanno combinando sui terreni di Ciccillo Gaetano, Franco ed un manipolo di scellerati che, nottetempo, sotterrano scalda-bagni e copertoni ma sono pronti a fare il grande salto accogliendo un carico di diverse tonnellate di rifiuti tossici. A questo punto lo spettacolo cambia tono e dal teatrino spuntano due mani umane - quasi a non voler ‘sporcare’ i burattini con un gesto tanto vile e basso- che guidano un escavatore e poi sversano quasi addosso al pubblico barili di materiale tossico. La terra ribolle, gli alberi vanno a fuoco ed il teatrino stesso sembra poter bruciare da un momento all’altro. A questo terribile spettacolo assistono anche i due contadini ed è quasi possibile vedere le lacrime scorrere sul viso di legno di Ciccillo, che vede il suo campo così violentato. Saranno proprio Pulcinella e Zampalesta a scoprire e a portare alla luce le malefatte dei camorristi. Segue una rissa tra i buoni e i malavitosi ed ancora una volta Nasuto e Gallo sembrano non voler contaminare i burattini con la violenza di cui gli uomini sono capaci: la rissa si svolge in slow-motion per tenere ben distinto questo genere di violenza dalle botte e bastonate che in genere Pulcinella dà e riceve solo per far ridere il pubblico. Il bene avrà la meglio sul male, anche grazie all’intervento di Pulcinella e Zampalesta: sulla terra di Ciccillo ricominceranno a crescere piante ed alberi e nell’aia le galline torneranno a fare le uova, ma per una terra salva, tante altre sono in pericolo o nelle mani di altri Gaetano e Franco, anche per colpa dell’incuria della gente. Lo ricorda Teresina, a cui Gallo e Nasuto affidano la morale della storia. Il costo della serata è 20 euro per gli adulti e 10 per i piccoli.

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