domenica 31 luglio 2016

Liquami, discariche e sfregi i valloni della natura tradita

Il sindaco: emergenza ambientale, stop ai furbetti di fogne e rifiuti 

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Piano di Sorrento - Un falco sbuca da una grotta e vola fino a scomparire dietro i cumuli di sterpaglie. I topi si rincorrono tra piante rarissime e rifiuti di ogni specie, mentre sulla parete di tufo scorrono i liquami sversati abusivamente da proprietà private e strutture ricettive. Il sopralluogo effettuato dal sindaco Vincenzo Iaccarino a Lavinola restituisce l'immagine di un paradiso terrestre ridotto a un inferno di incuria e inquinamento. Decenni di abbandono legano il vallone che si snoda tra Vico Equense, Piano e Meta agli altri canyon della penisola sorrentina; luoghi di rara bellezza, ma sfregiati dal degrado e dal dissesto idrogeologico. Guidato da Vincenzo Ruggiero e Luigi De Pasquale, il fotoreporter che ha documentato le pietose condizioni m cui versano i valloni sorrentini, Iaccarino si è calato nel ventre della Costiera percorrendo Lavinola dal Ponte Grazio alla spiaggia del Purgatorio di Meta. E il quadro che si è presentato agli occhi suoi e dei carabinieri, vigili urbani, tecnici comunali e Volontari della Protezione civile che l'hanno accompagnato è apparso tutt'altro che confortante. Cumuli di rami e sterpaglie alti quasi dieci metri ostruiscono il vallone ostacolando il corso del torrente che lo percorre. L'acqua invade le grotte dove anticamente si ricavavano i blocchi di tufo utilizzati per la costruzione delle case o si conservavano ortaggi e frutta.
 
Lungo gli oltre quattro chilometri di lunghezza del percorso non si contano le carcasse di animali, i sacchi di spazzatura, gli elettrodomestici, i materassi e i rifiuti di ogni genere che residenti senza scrupoli continuano a gettare nel canyon. Senza dimenticare gli sversamenti abusivi di acque bianche e liquami fognari provenienti da abitazioni e giardini privati, attività commerciali e strutture ricettive. Ed è proprio nei confronti di questi "fùrbetti" che il sindaco annuncia la linea dura: «Presto attiveremo una task-force per sanzionare chi inquina - fa sapere Iaccarino - Il sopralluogo ha portato alla luce una situazione di grave emergenza ambientale che i Comuni e la Regione devono affrontare congiuntamente varando un piano di bonifica capace di rimediare all'inquinamento e di rendere i valloni il fiore all'occhiello della nostra offerta turistica». Se Lavinola piange, gli altri grandi canyon della penisola sorrentina non ridono. Pochi giorni fa una frana ha dimostrato come il vallone di San Giuseppe, al coniine tra Piano e Sant'Agnello, sia esposto al dissesto idrogeologico. A provocare il disastro sono stati gli alberi che crescono sul costone: le radici, incuneatesi nelle fessure della roccia, si sono ingrossate determinando il distacco di una parte della parete di tufo. Risultato? Circa 50 metri cubi di pietre e di terreno sono precipitati da un'altezza di venti metri sulla condotta fognaria sottostante. La circostanza ha costretto i tecnici della Gori, la società che gestisce le risorse idriche in Costiera, a costruire una piccola diga per evitare che i liquami fuoriusciti dai tubi si riversassero nel rivo e poi nello specchio d'acqua di Marina di Cassano. E il vallone dei Mulini di Sorrento? Anche qui i problemi non mancano. Un esempio per tutti: a gennaio 2015 una parte del costone crollò in seguito al taglio a raso di alcuni lecci secolari, puntualmente denunciato dal Wwf. Al dissesto idrogeologico si sommano gli scarichi killer: decine di abitazioni e attività commerciali smistano i propri reflui nel vallone alimentando un fiume che sfocia a Marina Piccola. «Questa è probabilmente la principale causa di inquinamento marino a Sorrento spiega il fotoreporter De Pasquale - Centinaia all'ora e migliaia al giorno sono i liquami che si riversano nel greto del rivo e raggiungono lo specchio d'acqua». Al momento, però, manca un progetto di bonifica dei canyon. E lo stesso vale per le indispensabili risorse economiche. A dicembre scorso, su iniziativa dei consiglieri Enza Amato e Gennaro Oliviero, nella legge finanziaria regionale per il 2016 è stato inserito un emendamento che impegna la giunta di Palazzo Santa Lucia a stanziare i fondi necessari per il risanamento dei valloni. Quell'impegno, a otto mesi di distanza, è rimasto lettera morta? «Stiamo lavorando per individuare i capitoli di spesa dai quali trarre le risorse e per delineare progetti di recupero capaci di eliminare il degrado dai valloni una volta per tutte - spiega Enza Amato - L'obiettivo è sfruttare i fondi europei per realizzare le bonifiche. Non c'è un minuto da perdere».

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