domenica 23 luglio 2017

Grilli e cicale - ‘Na tazzulella ‘e cafè

di Filomena Baratto

Vico Equense - C’è una scena in Via col vento dove alle Dodici Querce, prima del ballo, le ragazze riposano tutte, per ritrovarsi fresche a sera al gran ballo. Rossella, invece di dormire, è impegnata a circuire Ashely. Nella stanza fa caldo e lei passa su tutte per scivolare giù nel salone. Questa scena mi ricorda tanto quello che accadeva a me quando stavo dai nonni. In estate, nel primo pomeriggio, si riposava tutti e tre sul grande lettone, alto come un altare, che per salirci dovevo rotolarmi come una palla. Quando, nei pomeriggi assolati mi appisolavo con loro, il cicaleccio delle cicale e il frinire dei grilli non solo mi svegliavano, ma mi incuriosivano. Così, come Rossella O’Hara, scivolavo sulla nonna e poi sul nonno per poter scendere ai piedi del letto dove c’era accanto un lettino e l’altezza era meno ripida. Una volta a terra, mi catapultavo fuori a caccia di cicale e grilli: dovevo capire come cantavano. La curiosità è stata sempre la mia grande molla, un trampolino continuo. Così posta sotto l’albero del concerto, io mi allungavo come una giraffa per scovarla tra i rami in direzione dei suoi vocalizzi. Più mi stiravo e più mi innervosivo. Incavolata, ripetevo il suo verso con rabbia, facendo svegliare i nonni, la cui stanza dava proprio sul terreno dove mi fermavo. Una volta, mentre mi allungavo e mi attaccavo al tronco per scorgere la traiettoria della cicala, mi cadde una pera in testa. Immaginai che la cicala mi avesse tirato giù il frutto.
 
Dopo, non sentii più nulla e quando riportai alla nonna l’accaduto, lei ridendo mi disse: “I bambini dormono a quest’ora e le cicale cantano. Visto che hai disubbidito, adesso la cicala si troverà un altro albero!” Lei rideva, ma io stetti al suo ammonimento e così da allora riposai, mentre i miei pisolini erano accompagnati dal concerto di cicale e grilli. Oggi il loro canto mi riporta alle mie estati di allora. Ieri, passando sotto una pineta e ascoltando le cicale, mi sono riportata alla scena di Rossella O’Hara e mentre bevevo, ho pensato a che estate sarebbe senza questa musica.

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