di Pino Visconti
Vico Equense - L’8 Dicembre 1992 è la data dell’atto di nascita dell’Oratorio di San Vito, e,
oggi, dopo 25 anni, viene da chiedersi, com’è l’Oratorio in versione
contemporanea?
Si gioca ancora a biliardino e a ping – pong, ma c’è anche Facebook sul
quale è iscritto. E’ scomparso lo stridere del gesso sulla lavagna del
catechismo, e le catechiste non disdegnano l’uso di internet. Ci sono le
prove di teatro, mentre in una stanza c’è il corso di chitarra, e in un’altra
quello di inglese. E i dolcetti
? Sono sempre deliziosi da mangiare.
L’Oratorio di San Vito è ancorato in ogni senso alla piccola borgata, dove
un quarto di secolo fa P. Vincenzo Popeo lo battezzò all’interno del
Convento dei Frati Minimi dell’Ordine di San Francesco di Paola.
E da allora l’Oratorio, che prima di essere un luogo è una comunità, ha
tradotto in sostanza, quelle molteplici doppie W spesso usate dai
giornalisti : “who, what, where, when” sostituendole con “chi, come,
dove, quando”, divenute punti fermi che danno fiducia.
E in questo lungo lasso di tempo, l’Oratorio ha aiutato a crescere “chi” lo
ha frequentato, educandolo all’integrazione, alla fede, alla vita. E lo ha
fatto con tutti quelli che sono entrati in quel luogo, dove non ci sono
barriere e né tanto meno testi d’ingresso. Come diceva Don Bosco: “chi sa
fischiare può entrare”, praticamente tutti quanti.
“Come”? Con cento e più cose che si possono chiamare catechesi e
giochi, animazione e riflessioni, partite di pallone e servizio all’altare,
attività ludiche e preghiera, divenendo l’Oratorio popolarità e formazione,
identità spirituale e rapporto sociale.
“Dove”? In quell’incrocio tra Chiesa, casa, scuola e strada, una sorta di
coordinate, ognuna delle quali dipende dalle altre.
L’Oratorio è Chiesa che segue con enfasi i suoi figli, in particolare i giovani,
che vivono l’età in cui si è alla ricerca della vita nella sua vastità e bellezza.
L’Oratorio è Chiesa perché, come ebbe a scrivere Benedetto XVI il 6
Agosto del 2010 nel messaggio per la 26^ Giornata Mondiale della
Gioventù 2011, “la Chiesa conta su di voi! Ha bisogno della vostra fede
viva, della vostra carità creativa e del dinamismo della vostra speranza. La
vostra presenza rinnova la Chiesa, la ringiovanisce e le dona nuovo
slancio.”
Un “credo” che nell’Oratorio di San Vito viene vissuto, quotidianamente,
con relazioni fondate su rapporti autentici di sicurezza, stabilità, amicizia,
verità, dignità, solidarietà, valori tutti , e ognuno di essi, decisivi per la
vita futura.
L’Oratorio è casa perché rappresenta una familiarità di vita, alleandosi con
i genitori, che sono i primi educatori.
L’Oratorio è scuola, perché oltre che imparare ed apprendere, si ha
qualcosa da dare e da trasmettere.
L’Oratorio è strada perché è accessibile, è dove i bambini, i ragazzi e i
giovani passano il tempo informale della loro vita.
“Quando”? Ogni qual volta ci si sente coinvolti con stupore e con
trasporto; ogni volta che si fa una cosa, ma anche l’altra; sempre, se si
pensa, si organizza, si realizza e si vive insieme; ogni volta che lungi
dall’essere nostalgia del passato, si è in un presente proiettato verso il
futuro delle giovani generazioni che vivono “OGGI L’ORATORIO”.
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