[Foto di Renna/De Maddi] |
Al secondo posto, nella categoria S.T.G., si è qualificato Antonio Esposito, mentre sul terzo gradino del podio, è salito Takumi Nakamura. Una grande soddisfazione per Antimo Caputo, Ad del Mulino Caputo, che alla presentazione del Campionato, da buon napoletano, ha scherzato sul valore scaramantico del numero dell’edizione 2018, la dicessettesima. Un’edizione fortunata, vista l’altissima partecipazione di professionisti provenienti da tutto il mondo, con una prevalenza, come di consueto, di pizzaioli orientali. Vale la pena di sottolineare come questa competizione, oltre a incoronare i migliori maestri pizzaioli dell’anno, abbia una missione molto importante: diffondere l’arte del pizzaiuolo (con la u) in ogni parte del mondo. Per questa ragione, il Campionato è preceduto dalla Caputo Cup, una sorta di girone internazionale di qualificazione che consente ai vincitori di ciascuna tappa di partecipare di diritto alla finale partenopea. Da sempre Mulino Caputo sottolinea come la qualità della materia prima vada di pari passo con la maestria dei pizzaiuoli e con la loro capacità di utilizzare tecniche e saperi antichi. Tutto questo ha contribuito, nel 2017, a far sì che l’Arte del pizzaiuolo napoletano rientrasse, 58esimo bene tutelato nel Belpaese, nella prestigiosa lista del Patrimonio immateriale dell’Unesco. “E’ stato un percorso intrapreso anni fa e condotto in sinergia con l’APN, l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, presieduta da Sergio Miccù, che ci ha molto inorgogliti. Ma la nostra più grande soddisfazione è quella di aver raggiunto un livello qualitativo eccellente in molte pizzerie in tutto il globo. Uno degli obiettivi del Campionato e del Pizza Village è proprio quello di suggerire ai consumatori e agli appassionati i criteri per riconoscere gli ingredienti di qualità, attraverso le ricette e la passione dei grandi pizzaioli” ha dichiarato Antimo Caputo. Le gare si sono svolte in simultanea su 6 forni ai quali si sono alternati, nel corso di oltre 1200 competizioni, i 600 partecipanti, accompagnati dalla instancabile “voce narrante” di Enzo Calabrese. Nove le categorie in cui si sono espressi i pizzaiuoli, confermando anche il grande seguito di cui gode la Pizza fritta che, dallo scorso anno, è ritornata alla ribalta più forte che mai. Quest’anno nella categoria si è imposto Raffaele Giustiniani (2129 punti), seguito da Vincenzo Angillotti (1850) e da Bon Know Chang (1750). Sul podio delle altre categorie sono saliti rispettivamente:
• Pizza Classica:
1. Crescenzo Capuozzo (punti 2050)
2. Zheng Gino (2040)
3. Mario Kim (2010)
• Pizza di stagione:
1. Ciro Magnetti (2240)
2. Antonio Della Volpe Antonio (2195)
3. Davide Amabile (2130)
• Pizza in teglia:
1. Denis Job (2230)
2. Vincenzo Gagliardi (2123)
3. Maria Tofani (1920)
• Pizza metro/pala:
1. Claudio Bono (2150)
2. Maurizio Negri (2000)
3. Maurizio Iannicelli (1955)
• Pizza senza glutine:
1. Attilio Albachiara (2402)
2. Vincenzo Fotia (2268)
3. Salvatore Lionello (2259)
• Pizzaiolo juniores: Carmine Argenziano
• Pizza acrobatica:
1. Pizza più larga: Saverio Labate
2. Pizza più veloce: Said Vidal
3. Freestyle: Giorgio Nazir
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