Vico Equense - “Me lo volevo risparmiare questo post, ma non c’è l’ho fatta”. Lino Di Somma sui social si inserisce nell'ormai accesissima diatriba tra i pizzaioli e l'imprenditore Flavio Briatore sul listino delle tonde. A scatenare la polemica sono stati, settimane fa - come raccontato da Repubblica - gli scontrini del suo Crazy Pizza, il locale che ha sede anche a Londra, Montecarlo e Milano e che a Roma ha trovato casa in via Veneto. Dalla margherita a 14 euro, fino alla pizza con prosciutto patanegra a 65, la carta sue tonde "leggere e senza lievito" ha fatto discutere fin da subito. Un po' sulla falsa riga di quanto già successo negli anni scorsi con Carlo Cracco. “Vorrei dire al signor Briatore, - scrive Lino Di Somma - esiste una realtà a Vico Equense chiamata Pizza a Metro, che nei suoi 70 e oltre anni di storia, ha visto passare nelle sue sale, non meno di 15/20 milioni di persone. Ha reso possibile, e rende tutt’ora possibile, la dignitosa sopravvivenza, grazie alla sua inimitabile pizza, di centinaia di famiglie. Ancora oggi nelle sue sale non passano meno di 4000 persone a settimana. Parliamo solo di una “piccola” realtà Campana”. Pizza a Metro non è un locale qualsiasi. E’ la storia della città di Vico ed è la storia della pizza. La genialità imprenditoriale di Gigino che non solo inventò la pizza a metro ma addirittura riuscì a brevettarla il 4 settembre del ‘59. Un prodotto capace di mantenere inalterata, in mezzo secolo di storia, la sua originalità e capacità distintiva. Un’invenzione che nasce per caso, dal lavoro di panettiere che Gigino aveva ereditato dal padre. È notte, si lavora per fare il pane, si assaggia qualcosa, si creano forme, sapori, si prende un po’ d’impasto, lo si schiaccia, inforna, magari si condisce con dell’olio d’oliva e si assaggia. Nasce così la futura fortuna della «Pizza al metro». “Vorrei dire al signor Briatore, - conclude Di Somma - che se mettesse insieme tutti gli pseudo ristoranti che possiede in giro per il mondo e se campasse dieci vite di seguito, neanche nei suoi più audaci sogni, metterebbe insieme questi numeri. Avere rispetto del prossimo, mi rendo sempre più conto, è un’impresa ardua, per alcuni addirittura impossibile”.
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