giovedì 30 giugno 2022

Vico Equense. Peppe il Mister: una storia di sport


Il ricordo degli ex studenti-atleti. Rosario Climaco: un privilegio averlo conosciuto. Giuseppe Maresca: Santa Maria del Toro luogo dell'anima

di Antonio Di Martino da Agorà

Vico Equense - Poco tempo fa è venuto a mancare una delle più grandi personalità che Vico Equense possa vantare: Mario Savarese, detto anche Peppe il mister. Famoso per essere stato il primo che ha avvicinato e invogliato i giovani all'atletica e al mondo dello sport richiedendo passione e spirito di sacrificio. Cosi recita una lettera del professor Rosario Climaco, suo allievo di quegli anni: Il mio personale ricordo del mister risale all'estate del 1976, quando in occasione dei giochi alla Marina di Vico, organizzati dall'allora assessore Enzo Maffucci, venni alla ribalta sia per le gare di nuoto, che per la gara di tiro alla fune dove la nostra squadra vinse contro la squadra di Massalubrense, squadra composta anche da una donna e ad un ragazzo di età non superiore a 15.


 

Fui avvicinato da questo signore sorridente esile e gentile che mi chiese di far parte della squadra di atletica della polisportiva Club Napoli che si andava costituendo a partire da settembre. Cosi negli anni della scuola superiore dal 1976 al 1981 ho avuto il privilegio di far parte della squadra di atletica tutti i lunedì, mercoledì e venerdì dal mese di settembre al mese di maggio. Cisi incontrava nei pressi del Santuario di Santa Maria del Toro ove ci attendeva il mister puntuale, berrettino e cronometro al collo, sempre gentile e sorridente, Aveva una scheda personalizzata per ogni atleta e con un'enorme passione e pazienza cd dirigeva negli allenamenti. In inverno a volte riusciva ad ottenere il permesso per l'utilizzo della palestra scolastica per non farci allenare all'agghiaccio. Con l'arrivo della primavera ci si iscriveva alle gare presso i vari siti sportivi come al Collana al Vomero e si gareggiava con non poche difficolta. La polisportiva a stento riusciva a recuperare tule, magliette e biglietto del treno, spesso si ci auto finanziava. La nostra disciplina era povera e non meritava l'attenzione del vari gruppi di potere del comprensorio vicano. A distanza di tanti anni posso affermare che è stato il periodo più bello della mia gioventù. Il mister spesso si sostituiva alle famiglie; era affettuoso ma allo stesso temp0 rigido sulle sue regole. Assolutamente non si fumava e non si beveva, niente attività non compatibili con lo status di atleta, vigeva una disciplina quasi militare tanto è vero che quando poi sono stato allievo dell'accademia navale di Livorno quale ufficiale di complemento, non ho avuto alcun problema di adattamento dato che ero abituato al mister. Che dire, non sono diventato un grande atleta, ma l'abitudine al sacrifico, al lavoro duro in silenzio mi ha fatto forse raggiungere traguardi superiori nella mia vita professionale che senza l'educazione del mister Peppe forse non avrei mai raggiunto La sua, come si evince, era una passione vera, autentica, nata da una gara podistica; la famosa "marcialonga', una estenuante competizione di 22 Km che percorreva le strade delle frazioni di Vico che è poi proseguita nel tempo per diverse edizioni. Durante gli anni 70-80 Peppe "il mister" divenne allenatore di un nutrito numero di giovani atleti: la gloriosa Polisportiva Club Napoli. L'atletica per lui rappresentava lo sport vero, quello fatto di sacrifici, di rispetto e di amicizia; lo sport inteso come alto valore sociale, educativo e formativo. Emerge oltre a questo anche il vivido interesse scolastico per i propri allievi. Oltre a spronarli nella corsa e in altre attività agonistiche, non mancava mai di incitarli negli obiettivi scolastici, segno che per essere un grande atleta non bisogna solo allenar si ma essere anche uomini e donne istruiti. La vita e lo sport spesso sono come due facce di una stessa medaglia, bisogna sacrificare anima e corpo, non arrendersi mai e combattere fino a quando non si è privi di forze, solo così si potrà raggiungere la vittoria e traguardi sempre più lontani. Ma oltre a questo il mister, come ricordano in molti suoi ex allievi, considerava lo sport anche come momento di gioco e di divertimento, senza costrizioni o eccesso di aspettative, perché come spesso accade si può perdere anche quando ci si è impegnati al massimo delle proprie possibilità, l'importante però è aver dato il massimo e essersi divertiti durante la gara o il tragitto. Infine, per rendere omaggi0 alla sua memoria ci accompagnano le parole di Giuseppe Maresca, ora docente di matematica presso il liceo di Pompei e suo ex allievo: Oggi a nome di tutti gli atleti lo salutiamo e lo ringraziamo per i valori che ci ha trasmesso e non a caso lo facciamo qui, a Santa Maria del Toro, luogo dove si svolgevano i nostri allenamenti e i nostri incontri. Le mie parole non possono esaurire quello che Peppe ha rappresentato per tutti noi, ci vorrebbe tanto, per celebrare la grande umanità ed umiltà che erano la sua era essenza e che certamente resteranno indelebili per tutti noi. Grazie Mister! 

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