martedì 14 giugno 2022

Vico Equense. Tommaso De Gennaro (PD). Riapertura pronto soccorso e ospedale di comunità

Il polo sanitario della penisola e la soluzione. Riconoscere la città come sede disagiata per reperire medici. L'ambulanza medicalizzata di Vico non può coprire le emergenze fino a Torre del Greco

di Agorà

Vico Equense - Sui problemi della sanità a Vico Equense ed in penisola sorrentina abbiamo sentito Tommaso De Gennaro, segretario del circolo cittadino del Partito Democratico. Sembra che sia nuovamente esplosa la protesta per l'ospedale di Vico Equense e per la riapertura del Pronto Soccorso. C'è sicuramente una legittima preoccupazione delle persone. Il protrarsi della chiusura del Pronto Soccorso toglie un riferimento alla città ed appare ingiustificato. La cosa che però lascia perplessi è che scoppia la protesta nel momento in cui la Regione Campania investe, utilizzando i fondi del PNRR, oltre 11,5 milioni per ristrutturare e rifunzionalizzare le strutture medico ospedaliere di Massalubrense, Sorrento, Meta e Vico Equense. Il problema forse è che la gente si aspettava la riapertura del P.S. e si ritroverà invece un Ospedale di Comunità. Cerchiamo di fare chiarezza. Per il De Luca Rossano sono stati stanziati quasi 4 milioni di euro per realizzare una Casa della Comunità, una Centrale Operativa Territoriale ed un Ospedale di Comunità. Qualcuno immagina che tutto questo sia solo una specie di contentino ma non è cosi. Proviamo a fare chiarezza, allora? La Casa della Comunità è una articolazione del Distretto Sanitario per l'erogazione di assistenza primaria, di quella specialistica, di quella di medicina generale, di pediatria, di psicologia, fino a quella infermieristica (organizzata anche per la somministrazione di vaccini) con aree ambulatoriali e di diagnostica per immagini.


 

La Centrale operativa Territoriale è uno strumento organizzativo innovativo che svolge una funzione di coordinamento fra le attività sanitarie territoriali, quelle ospedaliere e quelle della emergenza urgenza oltre a quelle della telemedicina. L'Ospedale di Comunità è una struttura di ricovero rivolto soprattutto a pazienti affetti da patologie croniche e che necessitano di interventi sanitari a bassa intensità e che non possono essere assistiti al loro domicilio. Considerando che interventi simili sono previsti anche per le strutture sanitarie ed ospedaliere di altri tre comuni della penisola sorrentina e che, nel contempo, dovrebbe essere ormai avviato l'iter per realizzazione dell'Ospedale Unico a S. Agnello, stiamo parlando di una piccola rivoluzione della sanità pubblica dei nostri territori con la costituzione di un polo ospedaliero che porterà all'erogazione di servizi sanitari che oggi non esistono e che ci avvicineranno agli standard delle regioni più avanzate del nostro paese. Rimane il problema del Pronto Soccorso. La gente è preoccupata perché Sorrento e Castellammare sono lontani, specie nei mesi estivi col traffico e con la precarietà della viabilità di tutta la costiera. La gestione delle emergenze urgenze è un argomento delicatissimo per tutta la costiera sorrentina. Il Sistema si poggia su un pronto soccorso attivo (PSA) presso l'Ospedale di Sorrento (dotato di una ambulanza con rianimazione ad esclusivo servizio per il trasporto infra-ospedaliero e quindi non disponibile per il territorio) dove, secondo procedure, vengono indirizzati i pazienti del territorio per le urgenze. C'è poi il Pronto Soccorso di Vico Equense impropriamente definito come tale) che è stato chiuso a seguito della emergenza covid 19 e che di fatto non è stato ancora riaperto per la mancanza di personale medico. Per il servizio del 118 la situazione è ancora più complessa, essendoci una sola ambulanza medicalizzata (con medico a bordo) che staziona all'Ospedale di Vico ed altre due ambulanze, non medicalizzate, che stazionano presso il distretto di S. Agnello. La cosa che lascia perplessi è che l'ambulanza medicalizzata di Vico è a servizio, in caso di necessità, anche delle città di Gragnano, Castellammare, Pompei e addirittura Torre del Greco; parliamo di un bacino di utenza di oltre duecentociquantamila persone. E una situazione che già per un contesto territoriale "normale" sarebbe da considerarsi borderline ma che riportata ad un territorio complesso come quello della penisola sorrentina ed in particolare come quello di Vico Equense è da considerarsi di estrema criticità. Una criticità dalla quale si potrà uscirne fuori solo con la realizzazione dell'Ospedale Unico a Sant'Agnello. Quindi sarebbe fondamentale aprire per il momento il P.S. del De Luca Rossano? Oggi tutti invocano la riapertura del PS a Vico perché, come diceva lei, gli ospedali di Sorrento e Castellammare, soprattutto per le frazioni collinari e in estate, diventano irraggiungibili. Ma la domanda da porsi è se la semplice riapertura del P.S. di Vico Equense, che tutti invochiamo, sia un intervento che migliori significativamente il sistema delle emergenze urgenze del nostro territorio. Bisognerebbe avere il coraggio di dire che purtroppo non è proprio cosi. A parte forse un apparente senso di maggior sicurezza, i benefici sarebbero piuttosto marginali. Il Primo Soccorso di Vico Equense, sarebbe più corretto chiamarlo cosi, non è mai stato un Pronto Soccorso Attivo e non è attrezzato per effettuare diagnosi (tranne che per gli infarti essendo collegato alla rete IMA) e per prestare la gran parte di prestazioni sanitarie necessarie a mettere in sicurezza un paziente che giunge con patologie gravi. Per assurdo, per altri casi di patologie tempo dipendenti (ictus, politrauma, emorragie interne), il passaggio per il PS di Vico rallenterebbe, allungandolo, il percorso del paziente verso la destinazione finale dove ottenere la migliore assistenza, mettendone a rischio la sua sopravvivenza. La procedura, ricordiamolo, prevede il necessario passaggio del paziente a Sorrento (sede di Pronto Soccorso Attivo) e da Sorrento, per i casi più gravi, lo spostamento verso un DEA di primo livello, un centro specializzato per livelli di cura superiore. Quindi come ne possiamo uscirne fuori? La situazione è complessa. Da tempo abbiamo iniziato una serie di incontri con medici e specialisti delle emergenze per cercare di capire le criticità di questo meccanism0, per comprendere le vere motivazioni della mancanza di personale e per arrivare quindi ad individuare una soluzione che sia realmente percorribile. Partiamo da un dato di fatto. Come detto il P.S. di Vico Equense non è mai stato un Pronto Soccorso Attivo e non ha alcun requisito per immaginare che possa diventarlo in un prossimo futuro. Piuttosto che chiederne semplicemente la riapertura, che fra I altro rimane incerta per l'oggettiva mancanza di medici (situazione che si sta verificando in tutta Italia), si dovrebbe cercare di ottenere per la penisola sorrentina ed in particolare per Vico Equense la zona disagiata. Questo cosa significherebbe? Innanzitutto il Punto di Primo Soccorso di Vico Equense potrebbe essere riaperto molto più velocemente ed essere dedicato alle emergenze di minore entità. La zona disagiata infatti consentirebbe di attivare quegli incentivi economici che renderebbero più attrattive le sedi di lavoro presso le nostre strutture ospedaliere. Inoltre con la zona disagiata si potrebbe ot tenere l'attivazione di uno PSAUT (Servizi di Assistenza e Urgenza Territoriale Potenziati) o di un SAUT per il poliambulatorio di Moiano e soprattutto ottenere il potenziamento del servizio delle ambulanze che, come abbiamo visto, è oggi significativamente carente. Il sistema delle emergenze urgenze nel complesso ne uscirebbe cosi alleggerito e le frazioni collinari di Vico avrebbero l'opportunità, con il poliambulatorio a Moiano, di avere un punto di primo soccorso vicino. Sinceramente riteniamo che questo sia l'unico modo concreto per accompagnare tutto il sistema delle emergenze urgenze al momento in cui verrà attivato il nuovo ospedale unico. Ma è una via concreta? E una strada sicuramente da percorrere. Vico Equense ha una conformazione del territorio collinare e montana con ha una rete viaria complessa con una viabilità che si complica pesantemente durante i mesi estivi, tutti fattori che dilatano enormemente i tempi di soccorso. Ci sono quindi gli elementi oggettivi che dovrebbero portarci ad ottenere la zona disagiata. Sono del resto interventi che non vanno in conflitto con la realizzazione del nuovo ospedale unico e i cui effetti rimarranno patrimonio del territorio. Certo ci vuole una azione corale che veda protagonisti l'amministrazione comunale, le istituzioni, le forze politiche cittadine e la città intera. Inostro impegno va proprio in questa direzione. Presenteremo formalmente una richiesta di incontro con il Sindaco Aiello per iniziare questo percorso. Come giudica queste iniziative intraprese per chiedere la riapertura del P.S. Il PD le sostiene? Stiamo parlando di problematiche che toccano ognuno di noi. Come fare a non sostenere qualsiasi iniziativa che possa migliorare dei servizi cosi essenziali per la comunità. Dove noi cerchiamo di porre l'accento e che certe problematiche andrebbero inquadrate nella loro complessità senza mai dimenticare le normative esistenti, evitando iniziative estemporanee e soprattutto di scivolare, come è accaduto spesso in passato, in atteggiamenti demagogici per non portano a nulla.

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