Il polo sanitario della penisola e la soluzione. Riconoscere la città come sede disagiata per reperire medici. L'ambulanza medicalizzata di Vico non può coprire le emergenze fino a Torre del Grecodi Agorà
Vico Equense - Sui problemi della sanità a Vico Equense
ed in penisola sorrentina abbiamo sentito
Tommaso De Gennaro, segretario del circolo cittadino del Partito Democratico.
Sembra che sia nuovamente esplosa la protesta per l'ospedale di Vico Equense e per la
riapertura del Pronto Soccorso.
C'è sicuramente una legittima preoccupazione delle persone.
Il protrarsi della chiusura del Pronto Soccorso toglie un riferimento alla città ed appare ingiustificato.
La cosa che però lascia perplessi è che scoppia la protesta nel momento in cui la Regione Campania investe, utilizzando i fondi del
PNRR, oltre 11,5 milioni per ristrutturare e
rifunzionalizzare le strutture medico ospedaliere di Massalubrense, Sorrento, Meta e
Vico Equense. Il problema forse è che la gente si aspettava
la riapertura del P.S. e si ritroverà invece un
Ospedale di Comunità. Cerchiamo di fare chiarezza.
Per il De Luca Rossano sono stati stanziati quasi 4 milioni di euro per realizzare una
Casa della Comunità, una Centrale Operativa Territoriale ed un Ospedale di Comunità.
Qualcuno immagina che tutto questo sia
solo una specie di contentino ma non è cosi.
Proviamo a fare chiarezza, allora?
La Casa della Comunità è una articolazione
del Distretto Sanitario per l'erogazione di
assistenza primaria, di quella specialistica,
di quella di medicina generale, di pediatria,
di psicologia, fino a quella infermieristica
(organizzata anche per la somministrazione
di vaccini) con aree ambulatoriali e di diagnostica per immagini.
La Centrale operativa Territoriale è uno
strumento organizzativo innovativo che
svolge una funzione di coordinamento fra le
attività sanitarie territoriali, quelle ospedaliere e quelle della emergenza urgenza oltre
a quelle della telemedicina. L'Ospedale di Comunità è una struttura di
ricovero rivolto soprattutto a pazienti affetti
da patologie croniche e che necessitano di
interventi sanitari a bassa intensità e che
non possono essere assistiti al loro domicilio.
Considerando che interventi simili sono
previsti anche per le strutture sanitarie ed
ospedaliere di altri tre comuni della penisola sorrentina e che, nel contempo, dovrebbe
essere ormai avviato l'iter per realizzazione
dell'Ospedale Unico a S. Agnello, stiamo
parlando di una piccola rivoluzione della
sanità pubblica dei nostri territori con la
costituzione di un polo ospedaliero che
porterà all'erogazione di servizi sanitari che
oggi non esistono e che ci avvicineranno
agli standard delle regioni più avanzate del
nostro paese.
Rimane il problema del Pronto Soccorso.
La gente è preoccupata perché Sorrento
e Castellammare sono lontani, specie nei
mesi estivi col traffico e con la precarietà
della viabilità di tutta la costiera.
La gestione delle emergenze urgenze è un
argomento delicatissimo per tutta la costiera sorrentina.
Il Sistema si poggia su un pronto soccorso
attivo (PSA) presso l'Ospedale di Sorrento
(dotato di una ambulanza con rianimazione
ad esclusivo servizio per il trasporto infra-ospedaliero e quindi non disponibile per il
territorio) dove, secondo procedure, vengono indirizzati i pazienti del territorio per le
urgenze.
C'è poi il Pronto Soccorso di Vico Equense
impropriamente definito come tale) che è
stato chiuso a seguito della emergenza covid 19 e che di fatto non è stato ancora riaperto per la mancanza di personale medico.
Per il servizio del 118 la situazione è ancora
più complessa, essendoci una sola ambulanza medicalizzata (con medico a bordo) che
staziona all'Ospedale di Vico ed altre due
ambulanze, non medicalizzate, che stazionano presso il distretto di S. Agnello.
La cosa che lascia perplessi è che l'ambulanza medicalizzata di Vico è a servizio, in caso
di necessità, anche delle città di Gragnano,
Castellammare, Pompei e addirittura Torre
del Greco; parliamo di un bacino di utenza
di oltre duecentociquantamila persone.
E una situazione che già per un contesto
territoriale "normale" sarebbe da considerarsi borderline ma che riportata ad un territorio complesso come quello della penisola
sorrentina ed in particolare come quello di
Vico Equense è da considerarsi di estrema
criticità.
Una criticità dalla quale si potrà uscirne
fuori solo con la realizzazione dell'Ospedale
Unico a Sant'Agnello.
Quindi sarebbe fondamentale aprire per il
momento il P.S. del De Luca Rossano?
Oggi tutti invocano la riapertura del PS a
Vico perché, come diceva lei, gli ospedali di
Sorrento e Castellammare, soprattutto per
le frazioni collinari e in estate, diventano irraggiungibili.
Ma la domanda da porsi è se la semplice riapertura del P.S. di Vico Equense, che tutti invochiamo, sia un intervento che migliori significativamente il sistema delle emergenze
urgenze del nostro territorio. Bisognerebbe
avere il coraggio di dire che purtroppo non
è proprio cosi.
A parte forse un apparente senso di maggior sicurezza, i benefici sarebbero piuttosto
marginali.
Il Primo Soccorso di Vico Equense, sarebbe
più corretto chiamarlo cosi, non è mai stato
un Pronto Soccorso Attivo e non è attrezzato per effettuare diagnosi (tranne che per
gli infarti essendo collegato alla rete IMA)
e per prestare la gran parte di prestazioni
sanitarie necessarie a mettere in sicurezza
un paziente che giunge con patologie gravi.
Per assurdo, per altri casi di patologie tempo
dipendenti (ictus, politrauma, emorragie interne), il passaggio per il PS di Vico rallenterebbe, allungandolo, il percorso del paziente
verso la destinazione finale dove ottenere la
migliore assistenza, mettendone a rischio la
sua sopravvivenza.
La procedura, ricordiamolo, prevede il necessario passaggio del paziente a Sorrento
(sede di Pronto Soccorso Attivo) e da Sorrento, per i casi più gravi, lo spostamento
verso un DEA di primo livello, un centro
specializzato per livelli di cura superiore.
Quindi come ne possiamo uscirne fuori?
La situazione è complessa.
Da tempo abbiamo iniziato una serie di incontri con medici e specialisti delle emergenze per cercare di capire le criticità di
questo meccanism0, per comprendere le
vere motivazioni della mancanza di personale e per arrivare quindi ad individuare una
soluzione che sia realmente percorribile.
Partiamo da un dato di fatto.
Come detto il P.S. di Vico Equense non è
mai stato un Pronto Soccorso Attivo e non
ha alcun requisito per immaginare che possa diventarlo in un prossimo futuro.
Piuttosto che chiederne semplicemente la
riapertura, che fra I altro rimane incerta per
l'oggettiva mancanza di medici (situazione
che si sta verificando in tutta Italia), si dovrebbe cercare di ottenere per la penisola
sorrentina ed in particolare per Vico Equense la zona disagiata.
Questo cosa significherebbe?
Innanzitutto il Punto di Primo Soccorso di
Vico Equense potrebbe essere riaperto molto più velocemente ed essere dedicato alle
emergenze di minore entità.
La zona disagiata infatti consentirebbe di attivare quegli incentivi economici che renderebbero più attrattive le sedi di lavoro presso
le nostre strutture ospedaliere.
Inoltre con la zona disagiata si potrebbe ot
tenere l'attivazione di uno PSAUT (Servizi
di Assistenza e Urgenza Territoriale Potenziati) o di un SAUT per il poliambulatorio
di Moiano e soprattutto ottenere il potenziamento del servizio delle ambulanze che,
come abbiamo visto, è oggi significativamente carente.
Il sistema delle emergenze urgenze nel
complesso ne uscirebbe cosi alleggerito e le
frazioni collinari di Vico avrebbero l'opportunità, con il poliambulatorio a Moiano, di
avere un punto di primo soccorso vicino.
Sinceramente riteniamo che questo sia
l'unico modo concreto per accompagnare
tutto il sistema delle emergenze urgenze al
momento in cui verrà attivato il nuovo ospedale unico.
Ma è una via concreta?
E una strada sicuramente da percorrere.
Vico Equense ha una conformazione del
territorio collinare e montana con ha una
rete viaria complessa con una viabilità che si
complica pesantemente durante i mesi estivi, tutti fattori che dilatano enormemente i
tempi di soccorso.
Ci sono quindi gli elementi oggettivi che
dovrebbero portarci ad ottenere la zona disagiata.
Sono del resto interventi che non vanno
in conflitto con la realizzazione del nuovo
ospedale unico e i cui effetti rimarranno patrimonio del territorio.
Certo ci vuole una azione corale che veda
protagonisti l'amministrazione comunale,
le istituzioni, le forze politiche cittadine e la
città intera.
Inostro impegno va proprio in questa direzione. Presenteremo formalmente una richiesta di incontro con il Sindaco Aiello per
iniziare questo percorso.
Come giudica queste iniziative intraprese
per chiedere la riapertura del P.S. Il PD le
sostiene?
Stiamo parlando di problematiche che toccano ognuno di noi.
Come fare a non sostenere qualsiasi iniziativa che possa migliorare dei servizi cosi essenziali per la comunità.
Dove noi cerchiamo di porre l'accento e che
certe problematiche andrebbero inquadrate
nella loro complessità senza mai dimenticare le normative esistenti, evitando iniziative estemporanee e soprattutto di scivolare,
come è accaduto spesso in passato, in atteggiamenti demagogici per non portano a
nulla.
Nessun commento:
Posta un commento