domenica 1 agosto 2010

Rapina, condannato agente penitenziario

Vico Equense - Due anni di carcere con sospensione condizionale della pena. Tanto vale una rapina a mano armata per giunta commessa da un agente della polizia penitenziaria. È questa la decisione presa dal tribunale di Torre Annunziata sulla pena inflitta ai danni di Ciro Arpino, poliziotto penitenziario presso il carcere di Poggioreale a processo per rapina aggravata dall'utilizzo di un'arma da fuoco dinanzi ai giudici oplontini. Ai danni del 52enne originario di Vico Equense e residente a Piano di Sorrento, il tribunale oplontino ha scelto di comminare una pena meno dura rispetto alle richieste della pubblica accusa decidendo inoltre di sospenderne gli effetti fino alla commissione di altri reati. Quattrocento euro è stata, inoltre la cifra decisa dal trio giudicante come multa da comminare al secondino, meno dell'incasso che sottrasse alla farmacia di Piano di Sorrento. Dovrà, però, restituire la pistola di ordinanza con la quale ha commesso non solo quella rapina ma anche la successiva all'esito della quale è stato arrestato. La Beretta tornerà nell'armeria della Polizia Penitenziaria per la quale non è in servizio perché attualmente detenuto agli arresti domiciliari per la seconda rapina effettuata a Meta per cui è in attesa di giudizio. La pena inflittagli dai giudici torresi in primo grado si riferisce ai fatti risalenti allo scorso 9 marzo. L'agente, col volto coperto da un passamontagna, decise di rapinare una farmacia della città dove risiede. Puntando l'arma di ordinanza al farmacista di fece consegnare l'incasso giornaliero, che ammontava appunto a cinquecento euro. Con tutta tranquillità si dileguò tra la folla contando sull'insospettabilità che la divisa gli avrebbe garantito. Lo stesso atteggiamento che assunse lo scorso 23 aprile quando fu il turno della seconda farmacia a cui decise di sottrarre l'incasso. Stessa dinamica, col volto coperto da un cappellino e un copricollo, ottenne grazie alla sua Beretta l'incasso di cento euro. La tranquillità con cui si allontanò a piedi dalla farmacia lo condannarono visto che il farmacista lo seguì e avvertì la Polizia che lo arrestò. (di Vincenzo Sbrizzi il Giornale di Napoli)

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