lunedì 7 settembre 2009
Da Madre Teresa a Noemi… passando per Michael Moore
Intervistata da Daphne Barak, che si autodefinisce «specialista di interviste alle star e ai leader politici», sul suo sito si può leggere un lungo elenco di uomini e donne: si va da Madre Teresa, ad Arafat, da Fidel Castro ad Hillary Clinton, la giovane di Casoria rompe il silenzio e spiega le origini della sua amicizia con il presidente del Consiglio. "Quando mio padre andava a trovare Silvio, mi portava con sé", racconta Noemi. E il Daily Mail si chiede: "Come mai il padre Benedetto - un piccolo commerciante di Portici, un'oscura città vicino Napoli, con piccole proprietà - era diventato un amico di lunga data del ricco Berlusconi?". Noemi prosegue: "Conosco Silvio da quando ho memoria. Mio padre mi portava da lui quando ero piccola. Accadeva spesso. Ma per me era una cosa normale. Non è che Silvio fosse una persona straordinaria per me". E qui la Letizia spiega la genesi del nomignolo "papi": "Infatti, quando ero piccola, gli ho dato il nomignolo che tutti conoscono ora. Perché io sono una persona dolce, mi piace dare nomignoli alle persone che amo. E così ne ho dato uno a Silvio, perché è dolce. Era per dimostrargli affetto". Queste le parole riportate nell'articolo, ma nella registrazione dell'intervista la frase sulla dolcezza del Cavaliere non c'è. La conversazione di Noemi Letizia con Sky risulterà molesta a Berlusconi dice Giuseppe D’Avanzo su Repubblica. Per almeno tre ragioni. Riaccende l'interesse pubblico intorno alla relazione della ragazza napoletana (18 anni) con il capo del governo (73 anni, il 29 settembre) e la strategia del premier non lo consente, ora che il piano di battaglia per l'autunno prevede non più una difesa improvvisata giorno per giorno - spesso catastrofica - ma una controffensiva mediatica e la cinica, brutale aggressione dei "nemici"."Cercate di risolvere il problema Berlusconi e fatelo in fretta, perché non ci state facendo una bella figura, come italiani". Al Lido per la prima del suo nuovo film "Capitalism: a love story" Michael Moore scuote la testa ed è lui a voler fare domande sull'Italia e sul premier poco dopo aver accettato di firmare l'appello di Repubblica. "Quello che non capisco è chi sono quelli che votano per lui e per il suo partito? Perché non li incontro mai quando vengo qui in Italia? Perché votano per lui? E' un imbarazzo per l'Italia e so di cosa parlo perché anche noi abbiamo fatto cose in America di cui essere imbarazzati. Ma è proprio vero che, come mi sento dire, la sinistra non offre alternative?".
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