martedì 8 settembre 2009

La Regione finanzia gli agrumeti

Stanziati un milione e 200mila euro per agricoltori e imprenditori del settore

Sorrento - Più di un milione di euro per sostenere la coltivazione degli agrumi in Campania, consentendo alle aree storiche di produzione di arance, limoni e mandarini di conservare una parte importante del patrimonio storico e culturale dell’economia rurale. Con un apposito decreto appena pubblicato, infatti, la Regione ha messo a disposizione dei coltivatori le risorse necessarie per valorizzare e migliorare la qualità della produzione agrumicola e i processi di commercializzazione e riqualificazione delle specie. Le aziende agricole potranno accedere ai contributi, proponendo interventi sia nel settore della produzione primaria sia in quello che comprende le aziende agricole addette a conservazione e trasformazione degli agrumi. I finanziamenti approvati saranno pari al 40 per cento del costo totale di ciascun progetto, percentuale che salirà al 50% nel caso in cui il titolare dell’azienda sia un giovane agricoltore sotto dei 40 anni. «La Regione - spiega l’assessore all’Agricoltura Gianfranco Nappi - si è impegnata a finanziare in una sola volta interventi connessi a tutte le specie presenti in Campania, che vanno dalla riconversione varietale alla realizzazione di impianti di irrigazione, dal condizionamento all’acquisto di reti antigrandine, dalla palificazione di castagno alle caratteristiche ”pagliarelle”. Oltre 1 milione e 200mila euro, che consentirà ad agricoltori e imprenditori del settore, in particolare quelli giovani, di potenziare produttività e competitività all’interno di un mercato che deve vedere la nostra regione assoluta protagonista». Notevoli le aspettative su questa nuova tranche di finanziamenti in penisola sorrentina, dove la coltivazione degli agrumi da oltre due secoli caratterizza una parte importante dei settori agricolo e commerciale, ai quali negli ultimi decenni si sono aggiunte le attività di trasformazione con l’indotto legato al limoncello. «È necessario prima di tutto valorizzare al massimo la presenza dei consorzi di tutela, incentivando la partecipazione dei coltivatori diretti, e poi inquadrare la questione in un’ottica che tenga conto dei valori naturalistici che si chiede agli agricoltori di tutelare», sottolinea Stefano Massa, vice-presedente del consorzio di tutela del limone di Sorrento e patron di Villa Massa, uno dei marchi leader del limoncello. In pratica, i vincoli di ordine ambientale che in costiera impongono agli agricoltori di utilizzare i costosi pergolati in legno, di fatto, pur gravando sulle gestioni delle aziende, non hanno alcuna ricaduta sul valore economico della produzione. Questo aspetto è tanto più importante se si considera che incide sulla produzione dei cosiddetti «Limoni di Massa» e «Ovale di Sorrento», che nel 2003 hanno ottenuto l’indicazione geografica protetta. Tra le caratteristiche distintive, oltre all’elevato contenuto di vitamina C, è da segnalare la buccia di colore giallo citrino, di medio spessore e molto profumata per la presenza in oli essenziali. E sono queste caratteristiche peculiari a fare del Limone di Sorrento un prodotto di eccellenza per la sua categoria. Le risorse, tuttavia, sono destinate anche all’area geografica dell’igp limone Costa d’Amalfi e per il limone di Procida. (Francesco Aiello il Mattino)

Sorrento - Parrocchie alla svolta via alla maxi-comunità

1 commento:

Anonimo ha detto...

Aahahahaahahahaaaaaa
Mi scompiscio...
Ma come, la Regione autorizza la distruzione degli agrumeti per fare parcheggi interrati e poi finanzia la loro conservazione?
Davanti casa mia il finto agrumeto messo un un garage interrato e seccato in pochi mesi.
Vergogna!