
La drammatica fine di Yussuf Errahali, clochard di 37 anni, è stata ricostruita dai volontari dell'associazione"Il Camper", che, raccolte le testimonianze di alcuni senzatetto che avevano assistito alla scena, hanno presentato denuncia. Stando a quanto riferito dai volontari, un gruppo di giovani e giovanissimi ha aggredito il senzatetto in piazza Cavour a Napoli e l'ha spinto in una fontana. L'uomo, uscito dall'acqua, non ha fatto in tempo ad asciugarsi e quando i medici del 118 sono arrivati sul posto non c'era più niente da fare. Errahali era morto. Assiderato. Un’atto di intolleranza, di xenofobia, di straordinaria gravità, rappresenterebbe quasi l’esito inevitabile «di una scommessa persa, di una promessa non mantenuta», ne prende atto stamani sul Corriere del Mezzogiorno, Marco Rossi Doria. A quale promessa si riferisce, professore? «Parlo della mancata costruzione nella città di una speranza collettiva, che avrebbe dovuto coinvolgere e rendere protagonisti i giovani. Per esser ancora più preciso, chiarisco che mi riferisco al fallimento della cosiddetta città dei bambini. Se le prime testimonianze sulla morte dell’immigrato marocchino trovassero conferma, direi che i protagonisti di quel crimine sono proprio i bambini destinatari di quella promessa, delle promessa della città dei bambini, che ha suscitato una grandissima speranza. Ma che poi, dall’inizio degli anni Novanta ad oggi è stata radicalmente smentita dai fatti, anzi dai fatti mancati». E evidente che si riferisce a uno dei principali impegni elettorali di Antonio Bassolino, prima sindaco di Napoli e poi governatore della Campania. Quali sarebbero state le omissioni su questo fronte? «Non ci sono politiche pubbliche, né di solidarietà tra pubblico e privati a sostegno dell’infanzia. Le poche iniziative in atto sono fortemente burocratizzate, lente e non sostenute sotto i profili economico e amministrativo. Non è mai stata costituita una camera di regia tra gli enti locali nonostante le migliaia di appelli in tal senso, un esercito di bravi operatori sociali, formatisi negli anni Novanta, è stato abbandonato al suo destino». E il risultato? «È che Napoli è diventata tale e quale al resto d’Italia. Si sono ormai persi il rispetto e la cognizione del limite. Ogni aspetto comunitario che, lungo i secoli, aveva caratterizzato la nostra città, sta rapidamente evaporando».
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