Il centrosinsitra in questi ultimi anni in Campania ha collezionato una magnifica serie di sconfitte catastrofiche. Prima le province, poi la regione e contemporaneamente una serie di comuni particolarmente simbolici come Castellammare di Stabia e Pomigliano d'Arco sono caduti nelle mani del Centrodestra. Contemporaneamente lo stesso centrodestra, che sembrava avere il vento nelle vele, entra in crisi a Pozzuoli, provocando lo scioglimento del consiglio comunale e inceppa il suo meccanismo di governo nella formazione delle giunte e nell'azione amministrativa. La regione Campania è ancora senza esecutivo, la provincia di Napoli amministrativamente ferma, il segno distintivo di cronaca diviene l'inserimento nelle giunte di ciò che resta ancora non collocato del fenomeno delle Papi girl. Il prossimo anno si vota a Napoli e quest'appuntamento diviene un elemento di verifica importante di quanto sia consolidato il blocco sociale che in Campania sostiene il centrodestra. I risultati elettorali ed il distacco tra le due coalizioni nel capoluogo è stato sempre minimo e in ogni caso ribaltabile. Ora sta alle forze di centrosinistra costruire una proposta in grado di offrire una missione partecipata e condivisa per il governo della metropoli che permetta una inversione di tendenza. Il primo punto su cui lavorare è la partecipazione ed il recupero di una larga fetta di astensionismo che in questi ultmi anni ha scelto di non partecipare al voto. In secondo luogo si deve promuovere lla costruzione di una ampia unità, che ricostruisca un'allenza tra ceti diversi e che rifugga ogni forma di giacobinismo. Scappando dal moralismo senza morale e dal giustizialismo senza giustizia.La nuova coalizione per Napoli deve guardare al futuro componendo un quadro di speranza per le giovani generazioni napoletane. Le prime azioni di questo lavoro che si dovrebbe fare ci consegnano qualche elemento di preoccupazione. Si avverte un fastidio da parte delle segreterie di partito verso ogni iniziativa autonoma che vuole contribuire ad offrire il proprio tassello a questo progetto. La pretesa, deduco è sempre quella nota, la presunzione di essere portatori di una saggezza superiore atta ad offrire la migliore soluzione possibile. Di questa superiore saggezza è lastricata la strada delle nostre sconfitte! Per "tornare a vincere" la sinstra ha bisogno di partecipazione e di una nuova legittimazione democratica dal basso che solo le primarie possono determinare. E' questo il tempo della chiarezza, si dica che il prossimo candidato a sindaco di Napoli sarà colui o colei che vincerà le primarie. Si stabilisca subito quando e con che regole si chiameranno gli elettori di centrosinistra ad esprimersi e si dia vita sin da subito alla elaborazione delle proposte programmatiche da offrire alla città. Costruiamo una speranza di cambiamento per Napoli e non le chiacchiere di un ceto politico che pensa solo ai propri destini. Coraggio e sapienza serve. Il 21 maggio Vendola e un gruppo di giovani napoletani si incontreranno a Città della Scienza per iniziare questo cammino. Chiederanno Futuro e Primarie. (di Andrea Di Martino)
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