Dal summit delle star dei fornelli la ricetta anticrisi per la Costiera e il suo territorio
Vico Equense - Il futuro dell'economia nelle località che vivono di turismo è nella valorizzazione della gastronomia. Cuochi, docenti universitari, studiosi di fenomeni sociali, esperti del settore: tutti d'accordo nell'individuare nella promozione dei prodotti agro-alimentari di qualità e nelle tradizioni artigianali l'unica alternativa di sviluppo possibile per realtà quali la penisola sorrentina, stretta tra turismo di massa e crisi economica. Questa la conclusione della tre giorni dell'edizione 2010 della Festa a Vico, l'evento organizzato da Gennaro Esposito, chef della Torre del Saracino, che ogni anno richiama in costiera le star dei fornelli provenienti da ogni angolo d'Italia. E accanto ai numerosi appuntamenti conviviali, culminati nella grande festa di ieri sera al complesso le Axidie, non è mancato un momento dedicato al confronto tra gli operatori del settore. «Il difficile periodo che da due anni attraversa l'economia, se da un lato ha resi inevitabilmente più poveri i ristoratori, soprattutto quelli che fanno qualità, dall'altro li spinge sempre di più a guardare alle loro attività come a delle aziende che per sopravvivere devono necessariamente rispondere a criteri e economicità e di efficienza», ha evidenziato Enzo Vizzari, direttore delle guide dell'Espresso. Sulla stessa lunghezza d'onda Max Bergami, responsabile della Scuola di Management dell'università di Bologna il quale ha invitato tutti «a fare tesoro del momento di notorietà che vive la cucina di espressa da località come la costiera sorrentina, un caso unico al mondo di concentrazione di grandi ristoranti e di materie prime straordinarie che beneficiano dell'abilità di una nuova generazione di cuochi esperti ed attenti a quanto accade nel mondo». Non a caso i migliori talenti italiani dei fornelli sono arrivati dal Piemonte, dalla Sicilia, dall'Emilia Romagna e dal Trentino per incontrarsi, discutere e cucinare fianco a fianco con i cuochi della costiera, nell'ottica di uno scambio di idee e di esperienze che di anno in anno si fa più intenso. «L'entusiasmo che ci anima e che registriamo intorno al nostro lavoro deve spingerci ad interrogarci sempre di più sul ruolo economico e sociale di questa professione straordinaria», ha evidenziato Gennaro Esposito. Per quest'anno, infatti, accanto all'evento conviviale legato ai prodotti tipici, agli artigiani del gusto ed ai sapori della memoria, la festa ha sostenuto una raccolta di fondi destinata al progetto Syncope Unit dell'ospedale Santobono di Napoli con l'obiettivo di allestire una equipe di esperti per studiare e fronteggiare la cosiddetta sincope nel bambini. D'altra parte anche il tema scelto per l'edizione 2010 della Festa a Vico «Carretto passava....le cose di sempre», con evidente riferimento alla canzone di Lucio Battisti, richiama direttamente la finalità di conservare la memoria della cose buone per trasmetterla ai più piccoli. (Francesco Aiello il Mattino)
Vico Equense - Il futuro dell'economia nelle località che vivono di turismo è nella valorizzazione della gastronomia. Cuochi, docenti universitari, studiosi di fenomeni sociali, esperti del settore: tutti d'accordo nell'individuare nella promozione dei prodotti agro-alimentari di qualità e nelle tradizioni artigianali l'unica alternativa di sviluppo possibile per realtà quali la penisola sorrentina, stretta tra turismo di massa e crisi economica. Questa la conclusione della tre giorni dell'edizione 2010 della Festa a Vico, l'evento organizzato da Gennaro Esposito, chef della Torre del Saracino, che ogni anno richiama in costiera le star dei fornelli provenienti da ogni angolo d'Italia. E accanto ai numerosi appuntamenti conviviali, culminati nella grande festa di ieri sera al complesso le Axidie, non è mancato un momento dedicato al confronto tra gli operatori del settore. «Il difficile periodo che da due anni attraversa l'economia, se da un lato ha resi inevitabilmente più poveri i ristoratori, soprattutto quelli che fanno qualità, dall'altro li spinge sempre di più a guardare alle loro attività come a delle aziende che per sopravvivere devono necessariamente rispondere a criteri e economicità e di efficienza», ha evidenziato Enzo Vizzari, direttore delle guide dell'Espresso. Sulla stessa lunghezza d'onda Max Bergami, responsabile della Scuola di Management dell'università di Bologna il quale ha invitato tutti «a fare tesoro del momento di notorietà che vive la cucina di espressa da località come la costiera sorrentina, un caso unico al mondo di concentrazione di grandi ristoranti e di materie prime straordinarie che beneficiano dell'abilità di una nuova generazione di cuochi esperti ed attenti a quanto accade nel mondo». Non a caso i migliori talenti italiani dei fornelli sono arrivati dal Piemonte, dalla Sicilia, dall'Emilia Romagna e dal Trentino per incontrarsi, discutere e cucinare fianco a fianco con i cuochi della costiera, nell'ottica di uno scambio di idee e di esperienze che di anno in anno si fa più intenso. «L'entusiasmo che ci anima e che registriamo intorno al nostro lavoro deve spingerci ad interrogarci sempre di più sul ruolo economico e sociale di questa professione straordinaria», ha evidenziato Gennaro Esposito. Per quest'anno, infatti, accanto all'evento conviviale legato ai prodotti tipici, agli artigiani del gusto ed ai sapori della memoria, la festa ha sostenuto una raccolta di fondi destinata al progetto Syncope Unit dell'ospedale Santobono di Napoli con l'obiettivo di allestire una equipe di esperti per studiare e fronteggiare la cosiddetta sincope nel bambini. D'altra parte anche il tema scelto per l'edizione 2010 della Festa a Vico «Carretto passava....le cose di sempre», con evidente riferimento alla canzone di Lucio Battisti, richiama direttamente la finalità di conservare la memoria della cose buone per trasmetterla ai più piccoli. (Francesco Aiello il Mattino)
5 commenti:
Se il sindaco continuerà a rilasciare permessi a costruire per garage e mansarde qua la gente non ci verrà proprio più e i ristoranti di questo postaccio potranno pure chiudere.
Vorrei capire come si rilancia il turismo in un periodo di profonda crisi economica, con famiglie che non arrivano alla cosiddetta quarta settimana, attraverso la promozione dell'attività di ristoranti di lusso nei quali una cena può costare anche se non oltre i 150 euro a testa.
Me lo spiegate?
Grazie.
Se il paese non viene imbruttito dalla tua amministrazione, il paese diventa turistico. Quindi la gente viene a portare danaro: va nelle bettole, va negli alberghi, va a mare, va nei ristoranti di 150 euro a testa, va negli agriturismi, va a comprare il provolone del monaco, va a comprare l'olio e via dicendo.
Se ti metti a fare garage e casette, ai tuoi figli lasci un paese di cacchio.
Capito?
Anzitutto questa non è la mia amministrazione perchè non l'ho votata.
Secondo, e credimi sulla parola, l'economia è qualcosa leggermente più complicata di come la descrivi tu. Vico Equense non è Firenze, pisa, Venezia e cioè città ricche di monumenti che vengono sminuiti da un imbruttimento edilizio. Questo incide pochissimo.
Il nostro attrattore primario era il mare, venivano da Napoli a villeggiare a Vico circa 20 anni fa. E' da li che partirei piuttosto che dal puntare su ristoranti a 150 euro a capoccia. Quello è un "turismo" d'elite che non va mai in crisi (i beni di lusso risentono marginalmente delle crisi economiche). Lo stesso dicasi per il provolone del monaco e così via.
Quindi la tua ricetta di ripresa economica è un pò semplicistica.
Però mi fa piacere che vedi il mondo in modo così semplice.
La semplicità è sinonimo anche di serenità
Alla fine l'importante, appunto, è che stai sereno.
Capito???
La mia ricetta di ripresa economica è simile a quella di Erice, Montepulciano, Sorrento, Pollica, il Gargano, la Versilia, le cinque Terre, la Costa Smeralda, e di qualsiasi altro posto dove vivono di turismo avendo il territorio che te lo permette. Voi, invece, avete deciso che non è più il caso e infesterete quello che rimane del vostro ex-fantastico territorio con casette, garaci e case abusive per guadagnare tutto ampress ampress.
La colpa comunque non è del popolo ignorante ma dell'amministrazione che avvalla queste fetenzie.
Io sto sereno, tanto non c'è più niente da fare.
p.s.: il turismo d'elite è l'unico possibile, certo non fai i soldi con gli stabiesi che si portano i panini appresso...
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