Regione Campania - Per il Pd è l’ulteriore tentativo della maggioranza di «sanare l’insanabile»; per il Pdl è solo un modo per obbligare i Comuni «a definire pratiche in sospeso da oltre vent’anni». Il campo di battaglia tra centrodestra e centrosinistra è, manco a dirlo, il condono edilizio. Lo scontro è su una proposta di legge dei deputati del Pdl Maria Elena Stasi, Luigi Cesaro (foto) e Giovanna Petrenga. La proposta risale a un anno fa e ieri la commissione Ambiente della Camera avrebbe dovuto avviarne l’esame. Ma la seduta è saltata per l’assenza del relatore Vincenzo Gibino (Pdl) La storia è questa. Il 13 maggio 2009 i tre deputati campani presentano una proposta di legge (un articolo; quattro commi) che si prefigge di esaurire tutto il contenzioso arretrato rispetto ai condoni edilizi del 1985, del 1994 e del 2003. «È noto - è scritto nella relazione di accompagnamento - che presso i Comuni pendono, complessivamente, milioni di istanze di condono edilizio che non vengono esaminate (ormai da oltre venti anni) per taluni ostacoli burocratici che, di fatto, tengono bloccate le procedure». Con la proposta di legge la Stasi, Cesaro e la Petrenga danno sei mesi di tempo ai Comuni e alle Sovrintendenze per definire le pratiche. È passato più di un anno dal 13 maggio 2009 e nel frattempo in Campania, tra demolizioni fatte e sospese e decreti anti-ruspe approvati e affossati, è esplosa la questione dell’abusivismo edilizio. Così quella proposta di legge è ricomparsa come una mina vagante. Per il Pd nasconde «un condono infinito», dice Ermete Realacci, responsabile Green economy del partito. «In questa maggioranza c’è chi ha un’attrazione fatale per l’abusivismo e l’illegalità. Il cuore della proposta di legge - spiega Realacci - è, di fatto, quella di riaprire i termini, tutti ovviamente scaduti, dei precedenti condoni per lo svolgimento delle procedure amministrative connesse. Il Pd chiede che la maggioranza ritiri la proposta. «Daremo battaglia con tutti gli strumenti possibili per fermare un mostro legislativo che secondo lo stesso ufficio studi della Camera presenta elementi di incostituzionalità», assicura Realacci. Mentre l’europarlamentare Andrea Cozzolino si produce in un duro attacco personale verso i firmatari della proposta di legge. «Nella vicenda - dice l’ex assessore regionale del Pd - emerge il ruolo centrale di Nicola Cosentino e dei suoi fedelissimi parlamentari Maria Elena Stasi, già discusso prefetto di Caserta, e Luigi Cesaro, presidente incompatibile della Provincia con ingombranti interessi nel settore immobiliare». «Ma quale condono e condono... Non hanno capito niente», sbotta Cesaro. «Con la legge - spiega il presidente della Provincia - vogliamo che le domande di condono presentate anche venti anni fa siano esaminate. Tanti cittadini sono ancora in attesa. Altro che nuova sanatoria, per amor del cielo. Non si riapre alcun termine». Ma chi è davvero su tutte le furie è la Stasi. «In questa vicenda c’è tanta malafede e ambiguità. La legge è stata presentata un anno fa mentre si discuteva del piano casa e non ha nulla a che fare con le polemiche delle ultime settimane sul condono edilizio e sui decreti anti-ruspe. Chi parla di sanatorie mente». La Stasi attacca a testa bassa. «Siamo al solito sistema fatto di insidiose allusioni e capziosi accostamenti. Ma con me non funziona. Non consentirò a nessuno - accusa l’ex prefetto - di mettere in dubbio la linearità della mia azione politica e la correttezza dei miei comportamenti. La legge tende doverosamente a garantire la certezza del raggiungimento degli obiettivi di leggi rimaste disapplicate. I cittadini che hanno presentato domande di condono hanno diritto a una risposta e con la nostra proposta mettiamo in mora le pubbliche amministrazioni». Tuttavia, nella maggioranza il finiano Fabio Granata avverte: «Il governo chiarisca le reali intenzioni di questo pericoloso varco legislativo, che potrebbe alimentare illegali aspettative edilizie». (Paolo Mainiero il Mattino)
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