Sorrento - Molti sapevano, nessuno parlava. L’eco dell’operazione antiusura condotta e portata a termine giorni fa dai carabinieri della compagnia di Sorrento coordinata dal capitano Massimo De Bari che ha portato all’arresto di uno strozzino 79enne di Castellammare di Stabia che da anni taglieggiava decine di commercianti tra la penisola sorrentina e la provincia ha risvegliato le coscienze. Ora sono in molti a domandarsi che cosa sta succedendo nel commercio sorrentino alle prese negli ultimi anni con improvvise cessioni di attività e cambi di gestione. Complice la congiuntura economica internazionale l’intera penisola sorrentina sta attraversando un pesante momento di disagio legato al rallentamento, in alcuni casi alla cessazione, dei flussi finanziari che da decenni hanno caratterizzato il rapido raggiungimento del benessere. La fotografia reale di questo difficile momento sta determinando la nascita di zone rosse dove diventa possibile il passaggio dall’eccesso alla richiesta di prestiti usurai. In un territorio completamente a vocazione turistica la crisi economica ha messo in ginocchio decine di attività commerciali creando le basi per una nuova opportunità a favore del crimine organizzato. Di fatto, grazie al fenomeno dell’usura, diversi strozzini prestano denaro contante ai commercianti con tassi che in alcuni casi possono raggiungere anche il 100%. I soldi prestati non rappresentano un modo per realizzare profitto ma, in taluni frangenti, diventano il veicolo per giungere al possesso dell’attività rilevando il controllo delle attività economiche. A lanciare un segnale di allarme era stata mesi fa Monica Savarese, presidente della confesercenti della penisola sorrentina che in una intervista rilasciata ad un sito web aveva parlato dell’usura. «La nostra penisola non è malata del cancro della mafia ma la piaga che ormai da anni infetta le nostre attività di piccola e media impresa è l’usura», aveva spiegato Monica Savarese. «Qui non abbiamo il pizzo, ma la camorra si manifesta in maniera ancora più pericolosa, con l’usura. Il riciclaggio anche. L’usura esiste e colpisce soprattutto le imprese in difficoltà ma a Sorrento si cade nell’usura anche per mantenere la propria immagine. Nel senso che qui conta molto avere sempre gli stessi standard sociali, dunque avere l’auto di un certo tipo o fare un certo tipo di vita. Bisogna cambiare la mentalità». Per il momento è toccato ad una donna scendere in campo per proferire parole pesanti contro il profilarsi dello spettro della criminalità organizzata sul territorio della penisola sorrentina, in attesa che le istituzioni, soprattutto la collaborazione tra il Ministero dell’Interno ed il commissario antiracket, creino soluzioni per arginare un problema che rischia di distruggere il benessere economico della costiera. (Vincenzo Maresca il Giornale di Napoli)
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