Meta - L’obiettivo è quello di risanare il litorale di quest’angolo di costiera riuscendo a far coesistere i servizi legati alla balneazione, le strutture turistiche e le attività artigianali. Ecco spiegato lo studio specialistico per la riqualificazione innovativa e sostenibile della costa di Meta, affidato dal Comune al dipartimento di progettazione urbana dell’università di Napoli Federico II e presentato ieri pomeriggio ai tecnici ed agli operatori economici. «Così com’è, con un porto insabbiato ed una parte della costa devastata dal fenomeno dell’erosione, il litorale non può restare. Ora è necessario individuare una ipotesi di intervento complessivo che non si prospetta di certo di semplice, anche alla luce dell’improvvida decisione di chi anni fa ha rinunciato ai fondi regionali per il porto senza valutare la possibilità di destinazioni alternative», dice il sindaco Paolo Trapani. E nonostante nel corso dell’incontro, più volte sia stata ribadita la natura di studio preliminare dei dati presentati, ugualmente è sembrata farsi avanti la linea che l’amministrazione comunale intende perseguire. «Al momento riteniamo che l’offerta di portualità turistica in penisola sorrentina sia abbastanza adeguata alle esigenze e per Meta appare plausibile lo sviluppo di sinergie tra le infrastrutture e le attività economiche con la valorizzazione della balneazione e delle attività artigianali come i cantieri navali», ha spiegato il vice-sindaco Graziano Maresca. In molti, infatti, hanno sottolineato che in questa fase non è in discussione la scelta alternativa tra porto e vocazione balneare della costa di Meta, visto che le due attività, come dimostrano numerosi esempi anche recenti di strutture realizzate in Campania, possono tranquillamente coesistere ed anzi avere reciproche influenze positive. Non bisogna dimenticare, infatti, che sul litorale di Meta esistono ben tre progetti: quello relativo alla ristrutturazione ed ampliamento del porto, quello per la realizzazione dalla cosiddetta Passeggiata tra la marina di Meta e quella di Alimuri nonché il piano intercomunale denominato Coste sicure per il ripascimento del litorale in seguito all’erosione di sabbia. «Il nostro studio ha inteso avviare un esempio di progettazione sostenibile locale nella quale vengono coinvolti con un ruolo primario tutti gli attori della scena politica, amministrativa ed economica», ha precisato il professor Mario Losasso. Si spiega in questa ottica la predisposizione di ben tre diversi scenari alternativi di riorganizzazione del litorale, ai quali corrispondono naturalmente tre distinte ipotesi di spesa e di destinazione delle attività lungo la fascia litoranea. Si va infatti dalla semplice riorganizzazione degli spazi e delle attività esistenti, al completamento del porto già iniziato oltre trent’anni fa, fino alla completa riprogettazione dell’approdo, questa volta però dal versante della spiaggia del Purgatorio. «La finalità comune di tutti gli scenari è quella di mettere a punto un sistema di controllo dei processi di sviluppo tramite il quale in ogni circostanza si conoscono gli impatti sull’ambiente e le relative esigenze di investimento», ha precisato Sergio Russo Ermolli, responsabile tecnico scientifico dello studio. Il riferimento è in particolare al progetto del porto, all’origine di polemiche politiche da almeno un decennio, senza che sia stata fatta ancora una scelta definitiva sul destino di un struttura che, pur essendo incompleta, ugualmente contribuisce in maniera determinante al fenomeno dell’erosione della costa. (Francesco Aiello il Mattino)
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