
Anche il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino sono indagati a Roma nell’ambito dell’inchiesta sulla cosidetta P3 nata da uno stralcio dell’indagine degli appalti sull’eolico in Sardegna. Dell’Utri e Cosentino sono accusati di associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulla costituzione delle associazioni segrete. «Ancora una volta apprendo dalle agenzie di stampa di essere sotto inchiesta da parte di qualche procura per aver commesso qualcosa. Questa volta mi pare si tratti di una sorta di "banda del torchio", dal sapore davvero surreale. Mi chiedo quando e se si finirà di usare la magistratura per altri fini. In ogni caso, anche questa volta, le impronte digitali sono le stesse», afferma il sottosegretario Cosentino, in una nota in cui commenta l’inchiesta che lo vede coinvolto. «Non riesco proprio a capire. In questa sporca storia chi è che decide? E Sica a chi risponde». È questo - secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa - lo sfogo del governatore della Campania, Stefano Caldoro, rivolto ai suoi più stretti collaboratori, dopo l’incontro di ieri con l’assessore regionale Ernesto Sica, accusato di aver tramato contro il presidente della giunta partecipando alla stesura di falsi dossier. Lo stesso Sica ha successivamente annunciato le sue dimissioni. Sempre secondo quanto riferisce La Stampa, che riporta un colloquio con Caldoro, Sica, avrebbe detto di essere «solo l’ultima ruota del carro». Il governatore ha anche aggiunto di aver avuto l’impressione che «questa storia sia solo ai primi passi». Il presidente della Regione esprime, in base all’indiscrezione riportata da La Stampa, stupore anche per il coinvolgimento di Arcangelo Martino, oggi imprenditore, ma per anni assessore socialista. «Lo consideravo - dice Caldoro - un amico. Pensare che l’ho incontrato qualche mese fa. Ci siamo visti spesso prima del ’94. Con me mai un segno di ostilità. Di stima, semmai. Allora, una volta di più non capisco perchè questi due si mettono insieme per farmi una cosa del genere. Non riesco a spiegarmelo con una chiave solo politica». Caldoro, secondo quanto emerge dal colloquio, ritiene che possa trattarsi di un’offensiva scattata dopo la decisione di avviare una politica di rigore nei conti della Regione. (Il Corriere del Mezzogiorno)
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