venerdì 5 novembre 2010

Limone mutante raccolto a Terzigno

Che l'emergenza rifiuti in Campania stesse cambiando la percezione del territorio e dei propri diritti di cittadino lo si era capito. Una nuova coscienza ha invaso tutti gli abitanti dei comuni vesuviani, che hanno ben capito la gravità delle discariche e delle conseguenze da esse recate in un posto, quale quello del Parco Nazionale del Vesuvio, che dovrebbe essere protetto come patrimonio ambientale dell'umanità e non essere utilizzato come discarica a cielo aperto. La natura accusa il colpo dell'emergenza rifiuti: l'esempio lampatante è il limone che vedete nella foto allegata all'articolo, che praticamente è un limone mutante: un agrume, cioè, che non si è sviluppato come natura voleva e che si è modificato dal punto di vista genetico, fino ad assumere fattezze insolite. Dal vivo di certo non sembra un limone, come viene classicamente inteso: non ha odore acre, ne il colore giallo vivo come quello dei limoni appena raccolti. Eppure questo agrume è stato colto da un albero di limoni di un frutteto di Terzigno, a pochi metri di distanza dalla discarica di Cava-Sari. L'amorfo e deforme limone è stato oggetto di un convegno organizzato nella sala Consilare di Terzigno, con la presenza dell'Associazione Medici per l'Ambiente che ha discusso dei rischi e delle malattie che possono derivare dall'inquinamento e dalle discariche situate vicino a centri abitati e terre coltivate. Secondo i membri anti-discarica, questo ''aborto di limone'' è "la prova inconfutabile e terribile della natura che si ribella, che non accetta compromessi, non si fa comprare dal vile denaro, cerca di sopravvivere al suo nemico, l'uomo". (Daniela Caruso Ciao People Magazine)

1 commento:

Anonimo ha detto...

HEI, CALMINI!

Si tratta solo soltanto e semplicemente dell'

"Acaro delle meraviglie" (Eriophyes sheldoni).

È un piccolo insettino (acaro eriofide) che vive principalmente sulle piante di limone, ma può attaccare anche arancio amaro, mandarino, pompelmo e cedro.

È +- diffuSo e presente in tutte le zone agrumicole (anche zona vico-sorrento), x cui, prima di gridare "al lupo, al lupo" si dovrebbe:

1.quantificare la frequenza di diffusione

2.verificare se eccessivamente elevata e differente dalla media delle zone agrumicole costiere

3.accertare l'esistenza di una correlazione diretta causa/effetto

motivo per il quale torno a dire: CALMINI!!!

RAFFAELE STARACE