martedì 9 novembre 2010

Rottamatori locali

Anche in Campania ci sono i rottamatori. Il Corriere del Mezzogiorno li classifica in irriducibili, moderati, e equilibristi. Tra gli irriducibili Francesco Maselli alle ultime regionali, candidato appena diciottenne, ha racimolato 600 voti. «A Napoli devono essere rottamati quasi tutti quelli che in questi venti anni hanno governato. Il nostro problema ora è dire ci siamo e ci prendiamo i posti». Quali? «Io voglio misurarmi col consenso, non voglio essere cooptato come gli altri». Ma chi sono gli altri? «Dalla giovanile al partito è il regno dei cooptati. Io invece la politica la vivo come un esame dove ti possono pure bocciare». Per Francesco il male assoluto «è non aver inciso sulla vita dei cittadini e soprattutto non aver lasciato spazio. Una classe dirigente si giudica anche per chi lascia dopo, non solo per le stazioni della metro o piazza del Plebiscito. A me pare che invece sono state fatte solo clientele». E da irregolare puro ammette anche: «Importare il modello Firenze a Napoli vuol dire tentare di parlare di politica. Ogni volta che seguo una riunione qui, al partito, mi viene voglia di stracciare la tessera». Chi nell’ingranaggio politico-istituzionale c’è da tempo è Leonardo Impegno, presidente del consiglio comunale, che dice: «Condivido lo spirito, bisogna rottamare le idee. Il Pd deve dire da che parte stare. Sul tema del lavoro, per esempio, bisogna dire con chiarezza contratto unico e poi deroghe di secondo livello; riforma del sistema previdenziale; basta confondere al Sud l’assistenza con lo sviluppo e la formazione. Soprattutto su quest’ultimo punto in passato il centrosinistra ha fatto errori enormi e continua a commetterli. E poi a Napoli rottamerei l’idea che i parcheggi sono il male e lo sono anche i privati. Nulla di più sbagliato». Francesco Dinacci, è un very Nicolais boys e plaude all’aria di novità, leggerezza e addirittura speranza respirata a Firenze. «Rottamiamo il profilo programmatico del centrosinistra e del Pd — dice —. Come si fa a volersi avvicinare ai giovani senza affrontare il tema del lavoro e della libertà. In Campania significa cambiare passo rispetto alla credibilità che abbiamo perso a partire dalle prossime competizioni elettorali. Il centrosinistra di Bassolino e Iervolino è stato percepito come forza della conservazione, di cui fanno parte ancora quelli che continuano a difendere i Bros. Il messaggio che si continua a dare è questo: se vuoi un lavoro vatti a iscrivere alla lista dei disoccupati più vicina a casa tua, incendia qualche cassonetto e sabota un autobus. Io, ventenne o trentenne, devo invece potermi mettere sul mercato del lavoro, invece che sulla piazza con i disoccupati organizzati». Altra questione Napoli e la vivibilità: «Alle 9 di sera c’è il coprifuoco, la città, il suo cuore, non sono più frequentabili. Tutti a invocare forze dell’ordine e vigilanza. Giusto. Ma se non si agisce sulle politiche attive, se non si incentiva il commercio, i teatri, se non si rende vitale questa parte della città, è come vegliare su un cadavere».

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