sabato 19 gennaio 2013

Demolizioni, la malattia non frena le ruspe

Cresce l’elenco degli abbattimenti 

Vico Equense - Sono trentacinque anni che combatte per consentire a sua figlia di avere una vita dignitosa. L’ha portata più volte da specialisti in Francia, l’accudisce ogni momento perché la ragazza è a letto, non può muoversi, non parla, non può masticare. Credeva che le sofferenze fossero già abbastanza, invece ieri se ne è aggiunta un’altra: la casa in cui vive verrà demolita. È la storia di Maria De Rosa, sposata con Antonio D’Urso e mamma di due figli: Francesco e Annamaria, che fin dalla tenera età ha una disabilità grave. Anche Maria è invalida, affetta da distrofia muscolare. Ieri le ruspe sono arrivate nella frazione di Moiano, a via Montariello, per demolire la loro abitazione dichiarata abusiva. Antonio e Maria hanno cercato di opporsi, volendo garantire un tetto alla loro sfortunata figlia ma la legge parla chiaro: la casa è abusiva e va demolita. Sono trascorse diverse ore della mattinata tra discussioni e confronti che hanno coinvolto la famiglia D’Urso, i legali Giuseppe Dilengite e Antonino Di Martino, il capitano Leonardo Colasuonno, comandante della compagnia dei carabinieri di Sorrento, il maresciallo Antonio Lezzi, comandante della stazione dei carabinieri di Vico Equense, Antonio Vinciguerra, vicequestore della polizia di Sorrento e Ferdinando De Martino, comandante dei vigili urbani di Vico Equense. «Non potete mandare via da qui mia figlia – hanno detto i coniugi D’Urso – è gravemente malata e non può spostarsi». Hanno vissuto ore di angosciante attesa nella speranza di un rinvio i genitori della ragazza e i loro parenti. Ma nulla si è potuto fare. La famiglia D’Urso ha dovuto lasciare la casa e i militari hanno forzato la porta di una palazzina attigua per entrare nell’abitazione e consentire il trasferimento della ragazza e dei suoi genitori. La vicenda giudiziaria in realtà è cominciata già qualche anno fa quando è arrivata la condanna definitiva per la realizzazione di un manufatto non completato e che doveva dunque, essere demolito. I proprietari in quell’occasione hanno fatto richiesta di demolizione in proprio ma non hanno poi adempiuto ai loro obblighi e hanno invece, completato i lavori trasferendosi nella casa. La procura è intervenuta con la revoca dell’autorizzazione di demolizione spontanea e prosecuzione dell’esecuzione attraverso una ditta esterna. Sulla vicenda si è pronunciato anche il sindaco di Vico Equense Gennaro Cinque che parla di «doverosa osservazione della legge». Intanto, una nuova raffica di demolizioni è prevista nell’area stabiese. A Gragnano, la procura ha inviato al Comune 14 ingiunzioni di abbattimento da eseguire nei prossimi 30 giorni. A Sant’Antonio Abate, il 24 e il 29 gennaio saranno demolite due ”prime case”. (Fonte: Ilenia De Rosa da Il Mattino)

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