sabato 26 gennaio 2013

Moiano, giù la casa abusiva. L’ira della famiglia D’Urso: «Non siamo malviventi»

Vico Equense - La loro casa, abusiva, è stata buttata giù dalle ruspe. Un’abitazione, quella situata in località Moiano, in cui la famiglia D’Urso viveva da tempo. C’erano anche due persone disabili, costrette a dover lasciare l’alloggio per l’avanzata delle ruspe. Un caso che ha fatto molto discutere. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera della famiglia D’Urso.


Fonte: Metropolis 

Con il presente comunicato la famiglia D’Urso, consapevole che (sebbene per la prima volta) è stato solo eseguito un ordine dall’autorità giudiziaria, intende esprimere, senza alcun ulteriore rancore o polemica, solo la propria amarezza per le modalità in cui ciò è avvenuto. Siamo perfettamente consapevoli di aver violato la legge ma - sia chiaro - non abbiamo voluto portare alcuna sfi da alla giustizia. Il nostro è stato e rimane un abuso di necessità: invitiamo tutti a venire a verificare di persona le condizioni dell’alloggio dove, prima e dopo la realizzazione dell’abuso, abitiamo insieme a nostra figlia Annamaria: allora diciamo solo questo. Annamaria ha ripreso le somministrazioni quotidiane di ossigeno. Non c’è di che: abbiamo violato la legge. Ma non siamo degli abusivisti; non abbiamo fatto alcuna speculazione edilizia (come tanti); non abbiamo realizzato alcun capannone o deposito come ce ne sono tanti, rimasti impuniti. Chiediamo scusa se abbiamo urtato qualcuno ma a noi continua a sembrare una ingiustizia che la nostra casa stia andando a terra ed altri ben più consistenti abusi siano rimasti in piedi. Vi è stato un dispiegamento di forze dell’ordine davvero sproporzionato rispetto all’evento. Sembravamo dei malviventi, che non siamo. Registriamo un po’ di amarezza: ancor più profonda per come siamo stati trattati dalle autorità locali. Siamo venuti a sapere solo la sera prima che il giorno dopo dovevamo evacuare la nostra casetta abusiva. C’erano due persone invalide: perché nessuno ci ha preavvertito?


Avremmo voluto effettuare un trasloco meno traumatico e meno pericoloso per nostra fi - glia, ma ciò non è stato possibile: solo dopo l’evacuazione e a demolizione iniziata sono venuti a casa nostra l’assessore alle politiche sociali e le assistenti del Comune di Vico Equense. Perché? Perché abbiamo meritato di essere trattati come la “vergogna di Vico Equense”? Intendiamo chiudere ogni polemica e chiediamo espressamente di evitare strumentalizzazioni. Ai giornalisti chiediamo di far calare il silenzio su questa nostra tragedia. La tragedia per noi, però, rimane questa: «In più di trent’anni, nonostante ripetuti solleciti e lamentele, non siamo riusciti a far abbattere le barriere architettoniche che ostacolano la libertà di movimento di Annamaria verso la strada pubblica Raffaele Bosco. In cinque/sei anni invece la giustizia (?) è riuscita a far abbattere un solo (!) immobile abusivo a Moiano (il nostro!) e nessuna autorità locale, nonostante le nostre indicibili sofferenze fisiche e psichiche fossero a tutti conosciute, ha ritenuto di venire quantomeno a darci una parola di conforto. Grazie a chi ci ha spontaneamente e volontariamente aiutato. Silenzio su chi ha dimenticato di essere prima di tutto un Uomo e non solo parte di un Sistema”. 

Maria De Rosa

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