Il calcio a 5 escluso dalla struttura comunale. L’accusa: «Quello sport danneggia il campo»
Fonte: Giuseppe Buonocore da Metropolis
Vico Equense - L’associazione
può gestire il palazzetto dello
sport, ma la squadra di calcio
a 5 femminile non può giocare
nella struttura.
«Dicono che sia una disciplina
che potrebbe danneggiare il
campo di gioco». A differenza
di pallavolo e basket.
L’amarezza di Tina Acone,
giocatrice professionista di
futsal e capitano della società
«Casali d’Equa» che milita in
serie C2, è tanta. Perché lei
e le compagne di squadra si
vedono negato «un diritto» e
sono costrette a dover allenarsi
ad Arola.
Il caso scoppia all’improvviso
e promette scintille.
Pomo della discordia è l’utilizzo
del palazzetto dello sport di
Vico Equense. Una struttura
voluta fortemente dall’amministrazione
comunale che ha
sempre cercato di rivolgere
particolare attenzione alle
attività sportive: la recente
ristrutturazione dell’impianto
va proprio in questa direzione.
Il complesso sportivo di via
Madonnelle, concesso in gestione
all’associazione sportiva
«Casali d’Equa», che
«propone» numerose attività
sportive tra cui la pallavolo,
però è al centro delle polemiche.
Il calcio a 5 è ritenuto uno
sport inadeguato alle condizioni
della struttura e che
quindi non è praticabile all’interno
del palazzetto. Per questo
motivo le giocatrici della
società «Casali d’Equa» sono
costrette ad allenarsi presso
il campetto della scuola media
statale della frazione di
Moiano, «Caulino», campo
tra l’altro dotato di un manto
erboso artificiale e quindi non
idoneo alla pratica sportiva
del futsal.
Tutto ciò mentre le partite di
campionato vengono disputate
presso il campetto sportivo
di Arola, nei pressi dell’agriturismo
«La Chiana».
«Il primo cittadino Gennaro
Cinque - afferma Tina Acone,
capitano della squadra
femminile - aveva fissato con
me un appuntamento presso
il suo ufficio, al quale però
non si è presentato; inoltre
più volte è stato invitato dalle
mie compagne di squadra al
campo di allenamento per
chiarire la delicata questione,
ma nessuno l’ha visto. Questo
sport è in rapida diffusione
in tutt’Italia, sono tantissime
le società che negli ultimi
anni hanno dato vita a delle
meravigliose realtà sportive,
offrendo in questo modo la
possibilità a ragazzi e ragazze
di dedicarsi anima e corpo al
calcio a 5. Noi non vogliamo
assolutamente creare disagio,
tanto meno denunciare la
situazioni alle autorità competenti,
ma esigiamo rispetto
e collaborazione reciproca; si
tratta si mancanza di attenzione,
stiamo parlando pur
sempre di pari opportunità.
Lo sport è una pura funzione
sociale, in grado di forgiare un
meraviglioso spirito di gruppo
e l’amministrazione comunale
di Vico Equense deve assolutamente
incentivarlo a favore
dei giovani».
Le parole di Tina Acone rappresentano
il disagio di numerosissimi ragazzi che, pur
di praticare lo sport amato,
sono costretti a macinare chilometri,
ad affrontare troppe
difficoltà.
Il palazzetto dello sport di
via Madonnelle, deve assolutamente
garantire lo svolgimento
delle attività sportive
richieste dai cittadini; l’amministrazione
comunale dovrà
intervenire al più presto, per
studiare la strategia necessaria
per il raggiungimento di tale
obiettivo.
Il delicato problema non riguarda,
purtroppo, solo il
Comune di Vico Equense.
Basta guardare a Sorrento che
può vantarsi di una squadra
femminile di calcio a 5 importante,
la «Real Sorrento», che
milita in serie A.
Nonostante il blasone della
massima serie, a causa
dell’inadeguatezza degli impianti
sportivi locali, la società
sorrentina è da tempo costretta
a disputare gli incontri ufficiali
di campionato presso il centro
polisportivo «Gymnasium»
di Scafati. Sport e politica,
politica e sport: in penisola
sorrentina per gli impianti la
questione è ormai «vecchia».
C’è anche il campo Italia di
Sorrento fra le tante strutture
inadeguate e su cui si sono
consumate promesse disattese
in misura clamorosa da parte
degli amministratori che si
sono succeduti alla guida
dell’esecutivo comunale nel
corso degli anni. Il sindaco
di Sorrento, Cuomo, garantì
massimo impegno per l’avvio
dei lavori, finora però di evoluzioni
non ce ne sono state.
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