Nervi sempre più tesi nel Pdl, alle prese con la definizione delle
liste. Le trattative
su Campania, Sicilia e Lazio sarebbero ancora in alto mare, a pochi giorni dalla presentazione dei
candidati. Con il passare delle ore, infatti, il quadro politico si sarebbe
complicato. Anche alla luce dello strappo di Claudio Scajola che ha annunciato di non voler più correre. A palazzo Grazioli, dove è riunito in maniera
permanente una sorta di comitato ristretto, presieduto da Silvio Berlusconi,
per la scelta dei nomi, si respira un clima molto difficile. Sul tavolo c'è
innanzitutto la questione
dei cosiddetti 'impresentabili'. Secondo quanto si apprende da fonti
parlamentari, starebbe prevalendo la linea dura.
Il Cavaliere si starebbe convincendo della necessità di dare un segnale
forte non candidando chi è sottoposto a vario titolo a procedimenti penali.
Rischierebbero quindi di restare fuori esponenti di spicco del partito: non
solo Marcello Dell'Utri ma
anche Nicola Cosentino, che era dato sicuro al Senato in terza
posizione. Secondo alcuni l'ex sottosegretario all'Economia, di fronte ad
un'eventuale esclusione, avrebbe chiesto garanzie per assegnare seggi certi ad
alcuni suoi fedelissimi. Sarebbero quindi fuori dai giochi anche
tutti coloro considerati in bilico in questi giorni: da Alfonso Papa a Marco Milanese a Luigi Cesaro (anche se secondo alcune voci l'ex presidente della
Provincia di Napoli potrebbe cedere il posto a suo figlio Armando).
Frenetici
contatti ed incontri in via dell'Umiltà: ci sarebbe stata una riunione per
definire le liste in Campania 2, alla presenza dell'ex ministro Mara Carfagna e dell'ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma. Gli ultimi sondaggi in suo possesso,
certamente, ma anche l'operazione di 'repulisti' del Pd (che ha deciso di tener
fuori gli 'impresentabili' per problemi con la giustizia come Crisafulli,
Papania e Caputo) sarebbero stati alcuni dei fattori determinanti per la linea
dura chiesta dal Cavaliere. Una linea diversa da quella tracciata fino ad ora
da Denis Verdini.
A destare scalpore nel partito è stata la rinuncia di Scajola alla
candidatura in Parlamento di un fedelissimo del Cav come Scajola che ha
motivato così la sua scelta: "Per la dignità mia e della mia famiglia non
sopporto più esami da parte di alcuno sulla mia moralità". L'ex ministro
dello Sviluppo si è difeso spiegando di aver "inanellato solo archiviazioni
e procedimenti" riferendosi a tre procedimenti giudiziari: la vicenda
della casa vicino al Colosseo (archiviata dalla Procura di Perugia dopo due
anni di indagini), l'inchiesta sul porto di Imperia (archiviata una decina di
giorni fa da parte della stessa Procura) e le indagini su Finmeccanica condotte
dal pm Woodckok. L'esclusione di Scajola, che guidò Forza Italia durante la
cosiddetta traversata del deserto, e considerato l'uomo macchina del movimento
azzurro, raccontano, avrebbe avuto ripercussioni sul nodo delle liste,
soprattutto in Campania. Partita tutta aperta sarebbe anche nel Lazio dove
potrebbero esserci altre 'vittime eccellenti', qualora prevalesse la scelta di
tener fuori dai giochi i cosiddetti 'impresentabili'. (Fonte: Adnkronos)
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