sabato 11 gennaio 2014

Alla riscoperta di Annibale Ruccello, arriva la Cantata Pastorale Barocca

Lettura recitata con musiche e canti rivisitata dal maestro De Simone

Fonte: Metropolis 

Vico Equense - Un’avventura cominciata per caso, ragionando di teatro e di Annibale Ruccello a tavola, come spesso avviene, con pochi amici ma con molta passione. Così è nata la messa in scena di Cantata Pastorale Barocca che è stata rappresentata in questi giorni in Costiera Sorrentina e si sta rappresentando per chiese e centri culturali arrivando fino a Firenze. La presentazione dell’iniziativa c’è stata lo scorso 6 gennaio nella chiesa dell’Annunziata a Vico Equense con l’associazione culturale Franco Autiero. Una lettura recitata con musiche e canti della tradizione popolare campana rivisitata dal maestro Roberto De Simone, come la Leggenda del Lupino, Rosa d’argiento e rosa d’ammore , la Canzone del pescatore ma anche con musiche scritte appositamente, come l’intensa e suggestiva ouverture “Prometeo” dai timbri stravinskyani che fa da sottofondo ai discorsi di Pluto, composta dal maestro Federico Ambosanio. Un ensemble di archi, viola, violino e violoncello, con chitarra e flauti e le splendide voci di Rosanna Cimmino ( viola violino e voce ) e Federico Ambrosanio (clarinetti, flauti e voce), e alla chitarra Salvatore Esposito e al violoncello Vincenzo Santangelo. Un’esperienza che ha fatto rivivere emozioni e momenti sepolti nei meandri più reconditi della memoria, quando alla fine degli anni ’70, con Annibale Ruccello, Franco Autiero, Vanni Baiano si allestiva la Cantata dei Pastori di Andrea Perrucci, oggi quasi improponibile a volerla rappresentare nella sua interezza (quasi quattro ore).
 
“Mi sono trovato coinvolto in questo lavoro e tra un racconto e una discussione sui ritmi della recitazione, sui riferimenti antropologici della rilettura ruccelliana, sulla drammaturgia post desimoniana, piano piano si è costruito, grazie al lavoro di Federico Ambrosanio questa piéce breve narrativo/ musicale che ancora si sta proponendo – racconta Franco Cuomo che sta seguendo l’iniziativa in prima liena -. A me, umilmente, è toccata la parte della voce recitante: Pluto ovvero il diavolo, Cidonio e Ruscellio ovvero il cacciatore e il pescatore, l’angelo e Razzullo. Parti che mi venivano fuori quasi a memoria, richiamando immagini a me care di persone che sono andate via troppo presto, ma anche di serate fatte di prove lunghissime tra un pubblico di amici nel teatro dei padri Salesiani a Scanzano, frazione di Castellammare di Stabia, giovani ventenni di allora che approcciavano al teatro antropologico e alle sue rappresentazioni. Lunghe discussioni sulla simbologia, su come rappresentare le figure, su come ripercorrere i tempi e le modalità della commedia dell’arte. Ecco, da tutto questo la creatività di Federico Ambrosanio ha fatto venir fuori questo lavoro composito e unitario, quasi a voler far riflettere sulla importanza della rimemorazione che non è assolutamente nostalgia, ma processo dinamico che arricchisce e plasma il presente”.

Nessun commento: