Unimpresa ripete, con Draghi, che non è più accettabile buttare risorse a pioggia, nonché in aree e settori che non hanno più mercato. E che i progetti di investimento dovranno essere essere utili e di elevato rendimento, in quanto la sostenibilità del nostro debito pubblico sarà giudicata da come saranno impiegate le risorse del Recovery Fund. Siamo di fronte ad un bivio che sta mettendo in gioco il futuro del nostro paese. Dopo il fallimento nel contenimento della pandemia, un ulteriore fallimento di questo governo nella gestione della ripresa, nella totale disattenzione verso le piccole e medie imprese, non sarà condannato, nel tempo, soltanto dal Tribunale della Storia, ma dovrà essere ancor prima giudicato dai Tribunali della Repubblica" aggiunge il segretario generale di Unimpresa.
giovedì 17 dicembre 2020
Covid: Lauro (Uninpresa), da Draghi allarme su letale destino PMI
"Mentre il il premier Giuseppe Conte si balocca con i partiti della maggioranza nella verifica-farsa, che somiglia sempre più ad una sceneggiata napoletana, se non fosse offensivo paragonarla ad una dignitosa manifestazione popolare della realtà artistica partenopea, l'analisi dettagliata del presidente Mario Draghi (foto), con il Gruppo dei Trenta, rinnova autorevolmente l'allarme sul letale destino delle imprese, a partire dalle micro, piccole e medie. Queste si troveranno, ben presto, di fronte ad una crisi irrecuperabile di liquidità e di solvibilità, le cui perdite distruggeranno il patrimonio netto delle aziende". Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro. "Unimpresa da mesi ha lanciato lo stesso allarme, con documenti inoppugnabili, anche nelle ultime ore, per cui condivide in pieno non solo l'analisi implacabile di Draghi, ma anche la sua responsabile proposta di abbandonare la logica dei sussidi, dei bonus e dei cosiddetti ristori. Piuttosto di orientare le risorse nella direzione di un rinnovamento del tessuto produttivo più prezioso del sistema economico nazionale. Questo governo, lacerato da conflitti di potere, non ha ancora la consapevolezza di quale immane catastrofe sociale si determinerà con l'insolvenza, anche bancaria, delle PMI, che costituiscono il vero tessuto connettivo dell'economia nazionale.
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