Vico Equense - Qualcuno l'ha provata, qualcuno invece si rifiuta in partenza perché "è un attentato al gusto". La ricetta della pasta a fuoco spento rilanciata dal Nobel per la Fisica Giorgio Parisi qualche settimana fa, divide non solo l'opinione pubblica, ma anche gli chef stellati. I puristi non ne vogliono proprio parlare: "Che uno scienziato suggerisca un compromesso su un rito gastronomico, è quantomeno fuori luogo". Ma c'è chi un tentativo vuole farlo. Cook del Corriere della Sera ha raccolto i pareri di molti chef stellati sulla cottura della pasta e il risultato, in sintesi, è un gran caos. L'obiettivo è limitare i consumi per contrastare gli effetti della crisi energetica, quindi ultimare la cottura della pasta a fuoco spento ammortizzerebbe, di poco, le spese. Ma c'è chi preferisce risparmiare altrove. "Possiamo ridurre le spese in mille modi - spiega Gennaro Esposito, due stelle Michelin - ad esempio indossando un maglione in più e abbassando il riscaldamento in casa. Ma cucinare un piatto di pasta è una liturgia: maccheroni, paccheri, bucatini, si reidratano quando calati in acqua bollente e lì tenuti per tutto il tempo necessario. Gli "spaghetti alla Parisi" non possono che risultare ammollati".

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