Vico Equense - Ritorna d’attualità l’acquisizione al patrimonio comunale della «Santissima Trinità e Paradiso». La Giunta municipale vuole accelerare l’iter burocratico, approvando un atto d’indirizzo che pone in essere alcune azioni che rafforzano e garantiscono la concreta attuazione dell’acquisizione dell’immobile. Purtroppo l’acquisizione, voluta senza equivoci e con l’unanimità dei consensi da parte di Consigli Comunali che si succedono dal 1999 ad oggi, si è sempre arenata. Sulle vicende riguardanti il complesso «Santissima Trinità e Paradiso» vi è, da sempre, grande attenzione da parte della cittadinanza. A testimoniare l’interesse dei cittadini sono le due petizioni sottoscritte da migliaia di persone, i numerosi dibattiti pubblici e le varie istanze provenienti da associazioni e residenti, preoccupati per il destino dello storico dell’ente risalente al diciassettesimo secolo. Per tutto ciò, alla luce di nuovi rapporti istituzionali intercorsi negli ultimi tempi, per rendere fattibile il passaggio al patrimonio comunale è necessario subentrare nei rapporti giuridici attivi e passivi dell’Istituto. Si è reso necessario, quindi, porre in essere delle azioni finanziarie al fine di rendere fattibile tale conseguimento. L’Istituto seicentesco ha 704.972,13 euro di debiti verso il Comune, un passivo che nell’ipotesi di acquisizione dell’immobile potrà compensarsi, non essendo necessario un effettivo esborso. La somma rimanente, 207.719,07 euro, invece concerne debiti verso terzi, e che richiedono il materiale pagamento. Il Comune di Vico Equense - si legge nella delibera pubblicata oggi - è in grado di accollarsi quest’onere, fermo restando che l’ultima parola spetta al Consiglio comunale. Proprio per agevolare il definitivo passaggio al proprio patrimonio, l’ attuale Amministrazione comunale riprende lo studio di fattibilità di Aldo Aveta, ordinario di restauro architettonico e direttore della scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio dell’Università di Napoli, Alessandro Castagnaro, professore di storia dell’architettura e Pierluigi Aveta, architetto, esperto nella redazione di business plann e analisi di scenario.
Lo studio di fattibilità, affrontato dal team di esperti incaricati, ha avuto come obiettivo primario la valorizzazione del bene, cercando di esaltare al massimo tutte le sue potenzialità e individuando una serie di funzioni compatibili. Ispirandosi ai più moderni concetti di conservazione attiva e integrata, si è proposto che il complesso diventi un importante polo culturale, incubatore di iniziative, soprattutto rivolte a un'offerta turistico-culturale di qualità, che consideri sì, le esigenze della cittadinanza, ma al tempo stesso rappresenti un volano formativo specialistico aperto all'internazionalizzazione e al contesto del Mediterraneo.
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