lunedì 24 agosto 2009

Bassolino? Serve discontinuità. Inascoltato l’allarme sulle tessere

Marino: dare voce a chi è fuori dai soliti apparati

«Alleanza: in base ai programmi e candidati convalidati con le primarie. Per la presidenza della Regione e per il comune di Napoli». Il senatore Marino, che si contende con Dario Franceschini e Pier Luigi Bersani la leadership nazionale del Pd, sarà domani a Casal di Principe per il lungo tour in vista del congresso nazionale di ottobre. Senatore Marino arriva nella Regione, è stata la sua accusa, dove ci sono più tessere che elettori del Pd. «Agli inizi di luglio sono stato tempestato da centinaia di mail di persone che lamentavano incredibili difficoltà a tesserarsi. Per questo avevo chiesto che si prolungassero le adesioni di una decina di giorni, sino al 31 luglio. In questo modo avremmo dato voce a più persone fuori dai soliti apparati e il dibattito sarebbe stato sicuramente più democratico perché non legato a tessere e correnti. Non sono stato ascoltato e me ne dispiace». Perché questa volta sarà solo a Casal di Principe? «110 voluto che la prima tappa campana iniziasse nella cittadina di don Peppino Diana, per discutere del problema che attanaglia il Sud: la criminalità. Perché vedo come questo governo sia interessato solo a parlare di gabbie salariali che penalizzerebbero ancor di più il Mezzogiorno. Guardi che gli stipendi dei campani sono già inferiori rispetto al resto del Paese del 16 per cento. Andare oltre sarebbe la fine. In una regione, poi, dove è fortissima l’emigrazione per curarsi e quella dei giovani laureati. Energie sottratte a questo territorio, Per sempre. Guardi per anni io sono stato negli Usa e ricordo, con una certa impressione, il centro anti-tumori dove giovani e preparati ricercatori parlavano tra loro in dialetto campano». In questi giorni si è acceso un dibattito per il rinnovo della poltrona di governatore e del sindaco di Napoli. E tutti invocano la discontinuità con il bassolinismo. Ma il governatore vorrebbe ricandidarsi per risalire a palazzo San Giacomo. «Ho fatto la promessa di non parlare male dei miei colleghi del Pd sino alla fine del congresso. Certo occorre una certa discontinuità ma è chiaro che chiunque abbia l’ambizione di fare il primo cittadino può proporsi. Ma è chiaro che saranno le prima-de a decidere il candidato del centrosinistra». Per la Regione si fa il nome dell’ex ministro Mancino per favorire anche un’alleanza con l’Udc. «Sicuramente una grande personalità, un uomo autorevole ma, ripeto, si passa per le primarie». Sulle alleanze gli aspiranti segretari hanno progetti diversi: Bersani scaricherebbe volentieri Di Pietro per l’Udc, lei è di parere opposto. «Io ho detto con chiarezza che l’Idv siede con noi all’opposizione e su molti temi abbiamo avuto diverse convergenze. Non è il momento, quindi, di mettere tutto in discussione». E con l’Udc? «Le alleanze si fanno con principi chiari in base al programma. Detto questo, io penso a un partito “cerniera” che possa parlare alla coscienza della maggior parte degli italiani che non si riconosce nella destra. In particolare, ai delusi della sinistra che si sono riversati sull’Idv e su Sinistra e Libertà. Non escludo nessuna forza politica ma penso sia un errore parlare di alleanze senza discutere prima dei programmi. E questo vale dappertutto, anche in Campania» (di Adolfo Pappalardo da il Mattino)

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